"Ancora una volta si decide di non decidere. Si ha paura di assumere decisioni. L'intervento iniziale del Presidente del Consiglio sul fronte sanitario in merito all'emergenza Coronavirus fu tardivo, disorganico e frammentario. Seguì il tono apocalittico, amplificato dai dati drammatici che arrivavano dalle realtà del nord Italia che, con una gestione diversa, nazionale e unitaria, univoca, ad esempio adottando il modello toscano, chissà se avrebbe registrato danni minori e contato meno morti. La storia farà il suo corso. Ma, intanto, alla ventesima conferenza stampa il Presidente del Consiglio persegue la sua strada ondivaga di chi non guarda ai modelli virtuosi, anche oltre confine, e non prende misure sufficientemente adeguate ma quelle di chi misura con il fomentare la paura la crescita dei propri followers. Nessun riferimento al doveroso calcolo tra rischio epidemico e rischio economico, sociale, lavorativo che sembra essere stato totalmente ignorato dalle 15 task force messe in campo da Conte. Nessun riferimento alle differenti ripercussioni regionali, un lockdown nazionale atteso, annunciato, che non arriva, prolungato e a singhiozzi che avrà ripercussioni pesantissime e farà sprofondare l'Italia in una crisi economica e sociale senza precedenti. Tutti aspetti totalmente ignorati dall'ennesimo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che dimentica anche i più piccoli, le famiglie, le nuove generazioni, la scuola, la libertà di culto, che considera l'economia una variabile e non il fondamento sociale del vivere. Che non dà dignità al lavoro. Un atto, l'ennesimo, su cui manca totalmente quella programmazione intelligente delle riaperture che da settimane stiamo chiedendo. Mancano totalmente i passaggi indispensabili per tornare a uscire e a vivere una vita relativamente normale. Non viene fatto cenno alcuno agli screening di massa, alle specifiche misure di sicurezza con cui i lavoratori possono tornare ai propri impieghi. Nessuna notizia su tamponi, test e politica di tracciamento. Ma le sale giochi riaprono e le fabbriche di armi non hanno mai chiuso. Un atto che mortifica il mondo dell'impresa e del lavoro, che punta sulla sussistenza illudendo che possa essere infinita. Mortifica la nostra Repubblica fondata sul lavoro e sulla democrazia, sulla libertà. Abbiamo messo sul piatto proposte coraggiose su cui eravamo pronti al confronto, tutte basate sul punto che per Italia Viva è essenziale: ripartire subito in sicurezza. Se la salute è al primo posto non si può non considerare i bambini e i ragazzi con disabilità che hanno bisogno di muoversi e tornare alla vita. E poi di incentivare e rafforzare tutte le forme di sostegno alla famiglia, i congedi parentali e le politiche per consentire alle famiglie di poter vivere con tranquillità. Sul fronte scuola ancora siamo lontanissimi dalle richieste che avevamo avanzato di almeno mettere in sicurezza i plessi scolastici, per non parlare di quanti hanno gli esami di Stato. Una ripartenza economica che così, senza una programmazione seria e intelligente non potrà avvenire in sicurezza, che contraddice le più banali regole economiche che coniugano domanda e offerta. La ripartenza non può avvenire con il freno a mano tirato e mettendo la retromarcia. Serve mettere la prima e sgassare. La Toscana è pronta a farlo". Oggi pomeriggio appuntamento con Matteo Renzi e le categorie economiche toscane, ore 18, sulla piattaforma Zoom.
Fonte: Ufficio Stampa
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