Giovani studenti e universitari, tutti con diverse esigenze ma accomunati dalla voglia di riprendere una parvenza di normalità dopo 2 mesi di lockdown in Italia. Ci giungono quattro interventi, l'ultimo di questi da parte di una studentessa universitaria. Il primo diplomando, per problemi personali di difficoltà nella concentrazione, racconta di non riuscire più a digerire le videolezioni e si dice spaventato in vista di un esame di maturità, la seconda non pensa che potrà essere svolto in sicurezza un esame faccia a faccia anche nei confronti dei molti giovani in ospedale che potrebbero essere chiamati per l'orale. La maturità è uno spauracchio da sempre, ma con le condizioni attuali dello studio a distanza è diventato un vero incubo per alcuni. Non da meno gli esami della sessione estiva per gli universitari, e qui veniamo all'ultima lettera. Oltre alle difficoltà dello studio, il divieto di potersi rivedere e riabbracciare con i propri fidanzati è un boccone troppo amaro da digerire. Ma passiamo alle lettere
“Ciao, io sono un ragazzo di 20 anni della Toscana che con la scuola non ho mai avuto un bel rapporto. Sono stato bocciato in seconda superiore e da lì diciamo che sono arrivato a fine anno con fatica, non sono mai riuscito a studiare costantemente sia perché non ho mai avuto professori che mi capissero e sia perché non ne ho mai avuto voglia. Io sono disgrafico con un leggero disturbo della concentrazione (ciò vuol dire che non riesco a concentrarmi per più di 30 minuti di fila). Io credo che la scuola debba aiutarti ma a me ha sempre messo i bastoni fra le ruote. Non vedevo l'ora di arrivare in quinta e finire tutto questo incubo ma non pensavo potesse finire così…già quando ero a scuola ero svogliato e non facevo nulla figuriamoci ora che devo stare 4 ore di fila davanti ad uno schermo. Tutta questa situazione mi sta mettendo un’ansia generale. La mia scuola si è impegnata fino da subito con le videolezioni ma i professori non hanno ben capito che anche se siamo a casa non possiamo vivere h24 per loro!”
“Salve! Sono una studentessa Toscana di 18 anni, spesso timida ma quando c’è qualcosa che non mi convince parlo. E proprio per questa faccenda della Maturità 2020, vorrei dire la mia sperando di essere ascoltata. Io ho sempre studiato, tutti i miei anni di scuola, avendo una media tra il 7 e l’8. L’ultimo anno per gli studenti dovrebbe essere un anno pieno di ricordi, di risate e di conoscenze, ma purtroppo questo anno non è andata così. Sinceramente, essendo una ragazza piena di energie, questa situazione mi sta stancando davvero tanto, così come a molti altri studenti di ogni regione. Nessuno può sapere la situazione personale di una persona, se sta bene, se ha avuto un lutto o se si è ammalato per il COVID, quindi non capisco come sia possibile svolgere un’esame così importante di persona, data questa situazione. Anche se verrà effettuato con la massima sicurezza, con mascherine e altro, uno studente non potrà mai dare il massimo o comunque dare quello che avrebbe dato normalmente, perché anche se siamo a casa, le persone, i professori e i politici dovrebbero capire che noi non ci stiamo girando i pollici, ma stiamo studiando nonostante tutto, senza però dare il meglio di noi. Non capisco come noi maturandi si possa affrontare questo esame, soprattutto perché le applicazioni necessarie per le video lezioni non funzionano bene. Finisco con il ricordare che anche molti giovani sono finiti in ospedale. Come dovrebbero fare loro? Non mi sembra corretto nei loro confronti dover tornare a scuola di persona dopo che sono stati male.”
Ci appelliamo a queste segnalazioni e ci chiediamo come sia possibile che il governo stia pensando a come valutare piuttosto che a come trasmettere cultura ed insegnarci le basi che ci servono per la vita reale. La maturità dovrebbe essere una conclusione di un percorso formativo durato molti anni di cui ci ricorderemo per tutta la vita. Non credo che sia salutare per noi studenti né tanto meno plausibile fare un esame in queste condizioni. Non chiamateci svogliati, sfaticati perché non stiamo rifiutando una prova della nostra maturità ma semplicemente stiamo denunciando l’incapacità e la confusione organizzativa e pratica del governo Italiano! Noi chiediamo solamente di far valere i nostri diritti e in questo periodo così nero sicuramente quello più importante, ovvero alla vita e alla salute. Ci chiediamo come ci possono garantire a noi studenti salute, quando ci vengono mandati messaggi anche durante l’orario notturno! Come possiamo sconfiggere l’ansia dell’esame se oltre a quello (ovviamente più che normale) abbiamo l’ansia nella vita! Stiamo vivendo un periodo cupo, macabro a dir poco! Chiediamo soltanto che le nostre richieste vengano ascoltate e che arrivino alla ministra dell’Istruzione.
Pur firmando questa mia riflessione non vorrei che fosse pubblicato il mio nome e la mia mail perché ritengo che ciascun ragazzo/a possa riconoscersi in questi pensieri. Sono una ragazza di 22anni e dopo la conferenza stampa del Presidente Conte mi sono sentita lasciata sola. Ieri, ho sentito parlare di ripartenza a livello economico. Ma a noi giovani chi ci pensa? Molti di noi sono studenti universitari, ma dell’università si è sempre parlato poco e non c’è stata una linea guida identica per tutte le università, cosa che, invece sarebbe stata auspicabile soprattutto nel momento iniziale del lockdown. Ancora oggi non è del tutto chiaro come sosterremo gli esami della sessione estiva. Siamo la generazione, che subirà sicuramente le conseguenze di questo periodo. Siamo il futuro ma nessuno ci considera. Siamo stati forti, ci siamo organizzati tramite le varie app per vedersi e affrontare nel miglior modo possibile questo periodo. Non considerateci esseri invincibili, anche noi abbiamo le nostre fragilità: non dormiamo la notte, siamo in ansia per l’evolvere della situazione. Siamo esseri umani anche noi, proviamo dei sentimenti, abbiamo dei fidanzati/e che non vediamo da ormai 2 mesi. Aspettavamo con ansia il passaggio alla fase2 sperando di poterci iniziare a vedere con le opportune cautele. Oggi, invece, siamo stati nuovamente esclusi. Non capisco perché, a partire dal 4 maggio, sia consentito di potersi incontrare tra parenti, familiari e invece la stessa cosa non valga, con le stesse cautele, anche per noi fidanzati/e che pur non essendo legati da vincoli di parentela sono ormai anni che ci conosciamo e stiamo insieme. Dateci fiducia, come noi l’abbiamo data a voi rispettando rigorosamente fino ad oggi quanto ci è stato chiesto di fare e consentite anche a noi fidanzati di poterci vedere con le stesse modalità e cautele richieste per i parenti. Siamo giovani, non irresponsabili e se anche non legati da un vincolo di parentela riconosciuto legalmente abbiamo diritto di ricominciare a incontrarsi. Visto che dovremo imparare a convivere con il virus per ancora molto tempo e dovremo rispettare, come è giusto che sia, il distanziamento sociale ancora a lungo,quando questo ci sarà permesso visto che ad oggi con il termine “congiunti” non si è fatto riferimento ai fidanzati?
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