"La storia ci insegna che chi guarisce da una malattia infettiva, non sempre, ma abbastanza spesso, non si ammala una seconda volta della stessa malattia.
La guarigione equivale alla risposta immunitaria, che altro non è che la capacità dell’organismo di fabbricare armi contro l’aggressore.
Il plasma dei soggetti guariti (vale anche per i vaccinati) contiene queste armi (si chiamano anticorpi neutralizzanti) che se isolate in sicurezza in laboratorio, non solo possono essere utilizzate come cura per altri malati, ma anche prodotte industrialmente e diventare utilizzabili senza aver poi bisogno di ulteriori donatori.
È questa la sfida di alcuni ricercatori e clinici nel mondo per combattere il COVID-19.
Grazie alla plasmaterapia, cioè all’infusione di plasma ricco di anticorpi ottenuto da pazienti guariti, anche in diversi ospedali italiani si stanno trattando con successo alcuni casi gravi di COVID-19, l’infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2.
A Mantova su una ventina di pazienti trattati con questa terapia sono stati osservati risultati tanto incoraggianti quanto sorprendenti. Un lavoro fatto in collaborazione con l’Università di Pavia degno di essere emulato.
Ebbene ad inizio aprile, con il solito, ma stavolta, direi, giusto trionfalismo, la regione toscana ha annunciato, di lì a pochi giorni, l’avvio di una sperimentazione terapeutica con il plasma iperimmune di soggetti guariti/convalescenti da COVID-19. Da allora silenzio assoluto.
Notizie di stampa ci dicono che sono partite sperimentazioni per testare farmaci di varie aziende farmaceutiche con pazienti arruolati in studi sponsorizzati (Remdesivir-Gilead, Tocilizumab-Roche, Ruxolitinib-Novartis, è di ieri la notizia di Baricitinib-Eli Lilly). Le notizie che abbiamo sono incoraggianti e la ricerca deve andare avanti.
Tuttavia la storia terapeutica del plasma iperimmune e l’esperienza nazionale e internazionale suggeriscono che i risultati ad oggi ottenuti sono davvero promettenti.
Allora perché pare che si vada avanti più con tali sperimentazioni (nettamente più costose) che con quella con il plasma, che ad oggi langue e nessun paziente risulta ancora trattato nella nostra regione?
Ho sollevato la questione in seno alla Commissione Sanità. Mi sono sentito rispondere dal presidente che c’è grande attenzione su questo tema e che darà cura della commissione procedere con audizioni.
Mi pare una follia attendere i tempi delle audizioni, che sappiamo sempre lunghi, anche in epoca non emergenziale.
Ogni minuto guadagnato può essere una vita salvata o un malato in meno."
Andrea Quartini, Consigliere regionale MoVimento 5 Stelle
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