Domani parteciperò alle celebrazioni ufficiali per la festa della Liberazione. A chi nei giorni scorsi mi ha chiesto se ha un senso partecipare ad una festa che spesso viene vissuta e strumentalizzata in modo abnorme rispondo, convinto, sicuramente sì. Perché la festa della Liberazione non è la festa dell'Anpi: è la festa di tutti gli italiani! Occorre dirlo a gran voce ed io sarò appunto li per testimoniare con la mia presenza questo.
La Festa della Liberazione è la festa di tutti ed è nata per tutti. E' prima di tutto la festa degli italiani per gli italiani. E' la festa della riconquista della libertà dell'uomo dalla tirannia, dall'oscuranitsmo umano, per riaffermare i valori in cui crediamo, la Democrazia, la Libertà, l'Uguaglianza, la Giustizia ed il Rispetto dei singoli e dei popoli. In tutto questo, il solco scavato ancora oggi dalla miopia di chi persiste nello strumentalizzare questa festa attraverso il tentativo di valorizzare non il principio condiviso e universale della Libertà ma il contrasto ideologico esasperato, mi è del tutto indifferente e in questo momento storico emergenziale, ancorché sia il 75° dalla Liberazione, lo trovo anacronistco.
Se mai trovo preoccupante il tentativo inculcatorio di chi vorrebbe appassionare le giovani generazioni, attratte magari con la declamazione via web di una canzone che nell'immaginario collettivo mondiale ha ormai perduto il suo significato di lotta per diventare emblema di costume pop, ad una militanza scollegata completamente dalla politica di oggi nella quale anche i partigiani, che insieme alle forze alleate angloamericane e all'esercito cobelligerante italiano contribuirono a liberare l'Italia, avrebbero molta difficoltà a trovare la loro collocazione. Ecco perché parteciperò.
Lo farò per testimoniare che costruire ponti di Pace è la vera sfida lanciata da questa ricorrenza per segnare la rottura con il passato e guardare in maniera libera al futuro. Capire questo è porsi come uomini nuovi. Il mondo, soprattutto adesso, è in grande fermento e trasformazione ed è per questo che chi non capirà che c'è bisogno di proporre modelli nuovi e alternativi rimarrà a baloccarsi abbarbicato ai vecchi miti del passato condannato però ad esaurirsi in breve tempo come quella orchestrina che suonava sul ponte di quella nave il suo motivetto tanto amato mentre questa stava sprofondando tra i flutti.
Alessandro Lambertucci, gruppo consiliare Per un'altra Santa Croce
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