La primavera è arrivata sul tetto dell’ospedale Santo Stefano. La natura continua il suo corso anche in questo tempo di Coronavirus e regala spettacoli inaspettati. Con grande stupore gli operatori sanitari hanno scoperto una fioritura di orchidee, proprio sul tetto dell’ospedale, nate da semi portati dal vento.
Una piccola nota che ha rallegrato con un sorriso la giornata e che testimonia il risveglio della primavera anche dentro i confini di un ospedale. Proprio in questo luogo la natura ha favorito la fioritura di queste piante, delicate e rare la cui riproduzione in genere è delegata agli insetti come i “bombi” detti pronubi per la loro funzione di impollinatori.
Questa mattina alcuni operatori della direzione sanitaria hanno aperto la porta di accesso al tetto per fotografare le stazioni di orchidee che hanno deciso di abitare e abbellire l'ospedale. Una coordinatrice infermieristica con un po’ di esperienza sulla flora spontanea autoctona, ha catalogato ben tre specie diverse, confrontandosi con le indicazioni del Gruppo Italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee (G.I.R.O.S.):
Orchis laxiflora (orchidea acquatica, galletto di palude. Etimologia: per l’infiorescenza lassa,con fiori radi. A larga distribuzione ma ovunque in regresso.
S. Cordigera subsp. neglecta (Serapide tirrenica, Bocca di gallina). Etimologia: dal latino "trascurata", con riferimento al suo tardivo riconoscimento come specie.
Serapias cordigera (serapide cuoriforme). Etimologia: dal latino “che porta i cuori” con riferimento alla forma cordata dell’epichilo
Fonte: Azienda Usl Toscana Centro - Ufficio stampa
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