Superiamo proprio in questi giorni il primo mese da quando siamo stati invitate e invitati a rimanere in casa. Un mese di scelte gravi e importanti, in cui sono state limitate le libertà di tutte le persone e che hanno messo in discussione il funzionamento democratico delle nostre istituzioni, a tutti i livelli.
Proprio per questo il dibattito politico non si deve fermare, soprattutto adesso che Governo e Regioni lavorano sulla cosiddetta "fase 2". La pandemia legata a Covid-19 non finirà nel breve periodo, troppo è stato già deciso, ma molto dovrà esserlo e i governi locali non possono e non devono agire relegando alla stampa e ai social gli unici luoghi di informazione e discussione.
Chi viene eletto all'interno dei Consigli lo fa per svolgere funzioni di controllo e di indirizzo. Le Giunte non possono e non devono governare senza la controparte consiliare, dove siedono anche i gruppi di maggioranza, che pure hanno un loro ruolo.
Da comuniste e comunisti abbiamo sempre denunciato i limiti del nostro sistema democratico, in particolare negli ultimi decenni. Crediamo però fondamentale lanciare un appello perché si torni a discutere nelle opportune sedi delle scelte di governo dei nostri territori: commissioni consiliari, consigli comunali, di quartiere e della Città Metropolitana.
La stessa politica rischia di diventare vittima dell'emergenza. Le cittadine e i cittadini si rivolgono quotidianamente agli enti istituzionali di maggiore prossimità e il silenzio o l'incertezza tolgono credibilità alla democrazia.
La sicurezza della classe lavoratrice è ovviamente una priorità, per cui la nostra richiesta è che le modalità di lavoro agile siamo di supporto a questa ripartenza.
In questa direzione va il nostro appello: le sedute dei Consigli degli enti locali devono essere garantite anche in questa fase, in sicurezza, utilizzando metodi a distanza già messi a disposizione per il telelavoro, ed appena possibile la discussione deve tornare a svolgersi nelle sedi deputate.
La democrazia deve ripartire, anzi non si deve mai fermare.
Fonte: Ufficio Stampa
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