“In base a quanto scritto oggi da 'La Nazione', le mascherine costano alla Regione Toscana 0,55 euro l'una – spiega il consigliere regionale Jacopo Alberti – se la matematica non è un'opinione, stiamo parlando di 825mila euro al giorno, che in un mese sono quasi 25 milioni di euro. Eppure non è dato sapere chi sono le cinque aziende che le producono e non hanno nemmeno la certificazione o il marchio di conformità CE."
In merito la conformità del marchio CE la Regione fa sapere che le Mascherine Made in Toscana, hanno superato i test dell'Università di Firenze: filtraggio oltre il 97% (ndr).
"Inoltre-prosegue Alberti-, anche la distribuzione attraverso i supermercati, ha delle grosse lacune: qualcuno esige l'esibizione dello scontrino, e non vengono controllate le tessere sanitarie. Ho voluto andare a fondo di tutte queste questioni, con un'interrogazione da Portavoce dell'opposizione, a cui dovrà rispondere l'assessore in Consiglio regionale”.
“La trasparenza, anche in situazioni di emergenza come questa del Coronavirus, è legge, ed è fondamentale affinché i cittadini si fidino di ciò che gli viene consegnato. Anche perché alla fine qualcuno le dovrà pagare quelle mascherine, e la Regione da dove li prenderà i soldi? Non tollereremo rialzi delle prestazioni sanitarie a fine emergenza, né di altre tasse regionali che andrebbero a pesare sulle tasche dei toscani, già messe alla prova dall'isolamento e dalle chiusure delle aziende. Quindi – conclude il Portavoce dell'opposizione – vorrei che l'assessore ci portasse in consiglio le carte che attestano come sono state individuate le aziende, quali sono, come e quanto vengono pagate, e tutte le certificazioni che devono avere per legge. Invito però nel frattempo, a ripensare la distribuzione nei supermercati che non possono controllare le tessere sanitarie, e quindi non possono evitare che qualche furbetto le ritiri più volte. Ma anche a fermare la speculazione di certi supermercati, che esigono lo scontrino per consegnarle. Si parla tanto di evitare code e assembramenti, e poi queste sono le modalità di distribuzione delle protezioni individuali? Una contraddizione che rischia di mettere in pericolo la salute di tutti”.
Fonte: Ufficio Stampa
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