Responsabilità per sicurezza e ripresa: sindacati, Regione e associazioni siglano il patto

Un ‘patto di responsabilità’ per la sicurezza e la ripresa, con un rilancio deciso della domanda pubblica nei settori strategici. Proposto dalla Regione, il protocollo preliminare è già stato firmato da Cgil, Cisl e Uil, da Cna e Confartigianato, Confesercenti e Confcommercio, Lega Coop, Cispel Toscana, Federalberghi, Assopellettieri, Cia, Confagricoltura e Agc Toscana, dall’Anci, l’associazione dei comuni toscani, e dall’Upi, l’Unione delle province. Confindustria Toscana ha preso qualche giorno di tempo, per un confronto con il territorio chiamato a declinarne i contenuti. Fa sapere comunque che ne apprezza “lo spirito, che si rifà al patto per lo sviluppo del luglio 2019, e che c’è ampia disponibilità a collaborare in questo fase così difficile sui temi della sicurezza e dello sviluppo”.

La Regione e le forze sociali firmatarie del Patto per lo Sviluppo del 12 luglio 2019 hanno confermato anche nell’intesa di stamani gli obiettivi condivisi in quel documento le cui linee fondamentali restano tuttora valide e sono da rafforzare e incrementare con più cospicui finanziamenti pubblici e privati e con l’accelerazione delle varie iniziative in tutti i settori.
In un un contesto però mutato dalla diffusione del virus, la sfida adesso è far ripartire l’apparato produttivo tenendo ben salda l’assoluta priorità della salute collettiva dei lavoratori e l’implementazione di livelli massimi di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Nell’accordo siglato stamani si definisce il quadro regionale di iniziative per la sicurezza, che dovranno trovare attuazione in un quadro territoriale che tenga conto delle specificità e delle potenzialità produttive di ogni singolo territorio.
L’accordo in sostanza prevede l’istituzione di due livelli per lo sviluppo del patto di responsabilità per la sicurezza e la ripresa: un livello regionale e un livello territoriale.
- I soggetti partecipanti al livello regionale sono le forze sociali e l’istituzione Regione Toscana, la cui convocazione è responsabilità del Presidente della Regione.
- I soggetti partecipanti a livello territoriale sono le forze sociali e le istituzioni locali, la cui convocazione è responsabilità del sindaco della città capoluogo di provincia e del sindaco della città metropolitana.
- Sarà possibile individuare, ove si ritenga opportuno, una dimensione territoriale diversa da quella provinciale, di distretto e/o di area vasta.

“Il risultato raggiunto oggi – commenta il presidente della Toscana, Enrico Rossi – è quello di una regione che si dimostra coesa, che anche se discute trova il punto più alto di equilibrio possibile e più avanzato, una Regione che coinvolge unitariamente e in modo compatto le forze sociali e le istituzioni”. “Questo documento - conclude - dà forza alla discussione sui territori e alla Regione Toscana che si dimostra unita nei confronti del governo nazionale. Un risultato straordinario e abbastanza unico nel panorama italiano”.

Il protocollo parte da una considerazione: in tutta Europa si prevede un calo della crescita pari almeno al 5,1 per cento, in Italia al 6,5 per cento ma in Toscana potrebbe essere ancora peggio. C’è il rischio, si dice, di un vero e proprio collasso di settori esposti alla competizione internazionale con perdite di fatturato ed occupazione. Anche il turismo e la cultura rischiano una ripresa lenta per la difficoltà negli spostamenti (e si tratta di due settori importanti per la Toscana). Quindi non c’è tempo da perdere. Servono risposte forti e tempestive.

Bene le garanzie sui prestiti per fornire liquidità alle imprese. Bene gli ammortizzatori sociali e i redditi di emergenza. Un ruolo fondamentale, si scrive nel documento, non potrà però non essere svolto anche da un forte rilancio della domanda pubblica nei settori strategici come sanità, scuola, ricerca, assetto idrogeologico, sostegno all’economia circolare, all’innovazione tecnologica, contrasto ai cambiamenti climatici, rigenerazione urbana, infrastrutture e servizi alle persone.

La sfida è vivere contrastando il coronavirus, mettendo in atto ogni precauzione possibile, ma anche favorire la ripartenza dell’apparato produttivo, fermo restando l’assoluta priorità della salute collettiva e la messa in atto di livelli alti di sicurezza nei luoghi di lavoro, oltre a rafforzare le strutture sanitarie e sociali.

Per la ripresa, si conclude, è dunque necessario che la riapertura di nuovi settori avvenga realizzando una più solida, elevata e comune base di sicurezza e qualità del lavoro. L’obiettivo è costruire protocolli regionali di sicurezza nei diversi settori, da declinare a livello prima regionale e poi territoriale.  E La Regione Toscana ha già fatto un passo in avanti da questo punto di vista, con l'ordinanza firmata oggi dal presidente Rossi che stabilisce misure più restrittive per la sicurezza nei luoghi di lavoro che si applicano a chi riaprirà ma anche a chi ha già riaperto, comprese quelle imprese che sono ripartite, in deroga ai codici Ateco autorizzati, grazie al via libera delle prefetture e a volte sulla base del silenzio-assenso.

Le parti si sono impegnate ad elaborare entro martedì prossimo un piano di lavoro per il livello regionale e ad attivare subito le iniziative conseguenti.

 

Fonte: Cgil Cisl Uil Toscana e Firenze - Uffici stampa

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