“Costruire una società con nuovi ordini di priorità”. È quanto chiedono i Garanti regionali d'Italia riuniti in videoconferenza nel pomeriggio di ieri, venerdì 17 aprile.
Al centro dell'incontro tematiche che hanno coinvolto in maniera stringente e univoca i Garanti di Puglia, Basilicata, Molise, Calabria, Sardegna, Lazio, Lombardia, Toscana, Piemonte, Liguria, Veneto, Province Autonome di Trento e Bolzano.
Educazione a distanza, cyberbullismo e adescamento, violenze domestiche, ricongiungimenti in situazioni di affido o allontanamento, inserimenti in comunità o in case famiglia, continuità del legame affettivo per figli di detenuti o in carcere insieme alle madri. Sono solo alcune delle criticità isolate.
“Non stiamo vivendo tempi semplici ma l’emergenza ci ha resi solidali e capaci di accettare limitazioni che fino a qualche tempo fa ci sarebbero sembrate inimmaginabili” concordano all'unisono. “È necessario sin da subito – chiariscono - cominciare a riflettere e pianificare la cosiddetta Fase 2 dell’emergenza da COVID-19, riprendere la costruzione, all’interno di una visione generale, di percorsi che partano dall’attenzione dei diritti delle persone di minore età”.
Anche “l’accesso a parchi e giardini ha necessità di regolamentazione” rilevano i Garanti. “Tutte quelle attività che prima apparivano scontate adesso avranno bisogno di regole certe e non discriminanti. Solo così –precisano - la ripresa potrà rappresentare l’occasione per invertire l’ordine delle priorità e immaginare nuovi modelli organizzativi, relazionali e sociali, che mettano al centro bambine e bambini, ragazze e
ragazzi”.
Camilla Bianchi, Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza della Toscana parla, infatti, di una “Fase 2 a tutela di bambine e bambini, ragazze e ragazzi” anche in riferimento alle recenti dichiarazioni di riapertura di centri estivi in sicurezza da parte della ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, che sta studiando l'attivazione di bandi di sostegno per 30 milioni di euro.
Nel corso del lungo incontro a distanza i Garanti regionali hanno condiviso il lavoro svolto approfondendo limitazioni imposte e diritti non più tutelati. Le difficoltà già presenti prima dell'emergenza sanitaria “necessitano, oggi più che mai, di maggiore interlocuzione con il governo” rilevano. E in questo senso la Garante toscana ricorda l'urgenza di “colmare un vuoto normativo che persiste”, quel vuoto peraltro evidenziato anche da un gruppo di parlamentari che chiedono a Giuseppe Conte un “decreto per i bambini”. Bianchi ricorda infatti che tra le varie tematiche ancora da chiarire resta quella già sollecitata al Presidente del Consiglio dei Ministri in merito alla tematica di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, che “ancora oggi, a vario titolo, risiedono al di fuori della residenza ordinaria e quindi lontani dai genitori”. Il DPCM 22 marzo 2020 non contempla questa fattispecie tra le diverse causali e occorre “fare chiarezza”.
I Garanti rilevano anche come il distanziamento sociale abbia creato difficoltà al ricongiungimento in situazioni di affido o di diritto di visita in contesti di separazione o di allontanamento genitoriale, così come
nell’inserimento in comunità o in case famiglia in assenza di diagnosi certe.
“Le misure governative assunte gravano su tutti noi, in particolar modo sui nostri figli. Le stesse non sono ben esplicitate e di controversa interpretazione. Non tutte le casistiche che abbiamo avuto modo di affrontare e su cui ci siamo confrontati con gli altri Garanti sono state contemplate” afferma Bianchi. E tra queste menziona il diritto alla continuità del legame affettivo per i figli di genitori reclusi o le drammatiche difficoltà di chi risiede in carcere con la propria madre e che “subisce gli effetti di una doppia detenzione".
Come affrontare tutte le criticità emerse nel lungo confronto di ieri è al centro dell'agenda di tutti i Garanti regionali, ben consapevoli che “le ricadute psicologiche e sanitarie saranno importanti e sarà necessario avere la disponibilità di strumenti e risorse dedicate”. Anche il tema dell'educazione a distanza, esemplificano, presenta difficoltà di accesso per una copertura discontinua delle connessioni o per mancanza di
strumentazione in molta parte dei territori. “La didattica a distanza - spiega la Garante toscana - non può che essere considerata una misura temporanea necessitata dall'emergenza. Essa inevitabilmente pone
problematiche di non poco conto nell'utilizzo, in relazione alle differenti fasce di età delle persone di minore età, nonchè ne evidenzia disparità economiche e sociali. Il tema scuola deve pertanto essere incluso tra le
priorità nella programmazione anche della fase di riavvio ed è necessaria al riguardo una informazione costante e chiara”.
E infine, la stessa continuità socio-assistenziale ed educativa nella presa in carico quotidiana è messa in difficoltà se non si progettano modalità alternative. Solo così la ripresa potrà rappresentare l’occasione per
invertire l’ordine delle priorità e immaginare nuovi modelli organizzativi, relazionali e sociali, che mettano al centro bambine e bambini, ragazze e ragazzi, concludono i Garanti.
Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa
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