Un Piero Angela che ha raccontato la sua visione del mondo in questa emergenza da coronavirus. Il presentatore Rai e divulgatore scientifico ha intrattenuto una conversazione telefonica con il sindaco di Montelupo Fiorentino Paolo Masetti e l'astronoma Maura Tombelli. "Sono un beneficiario di questa ricerca di asteroidi", spiega Piero Angela. "È stata anche 'affinata' l'orbita dell'asteroide di 7 km di diametro a lui intitolato, spiega Tombelli, un oggetto celeste che "si comporta bene", come ha ironizzato Angela.
Angela ha affrontato il tema del Covid-19. "Seguo come tutti l'andamento del contagio, dall'inizio non si è data l'importanza che aveva, non siamo attrezzati con il nostro sistema immunitario per farvi fronte. Per ora queste misure sono state contenute, ma abbiamo un problema altrettanto serio, quello del ritorno alle attività economiche. Vorrei avere più esempi di riconversioni e adattamenti, perché non si potranno fare più cose come prima, come ad esempio il turismo. Senza vaccini non si potranno fare rappresentazioni a teatro, seguire partite allo stadio. Bisogna che altri però riprendano la loro attività. Serve questa transizione da compiere nel migliore dei modi, sperando che la burocrazia non si metta di mezzo. Vorrei sentire oltre ai numeri anche informazioni per la riconversione. L'Italia è stata molto creativa in tante situazioni. Su questo bisognerebbe dibattere molto. Bisogna fare bene e in fretta, ci saranno anche errori ma man mano si correggono. Non vedo questa progettualità della ripresa economica. Se ne parla ma a casi singoli, serve una strategia. Non possiamo stare mesi in attesa che l'estate, forse, faccia passare l'epidemia".
Pensando al dopo, c'è un'idea su quando potremo tornare a una vita normale? "Gli esperti dicono che ci vorrà un anno, è tantissimo. Per i farmaci, ogni tanto viene fuori un farmaco che sembra abbia avere effetto, ma dobbiamo vedere effetti collaterali o sull'organismo. Servono anni, dalla scoperta della molecola attiva alla prescrizione per i malati".
Infine una domanda da giornalista e conduttore di un programma televisivo tra i più longevi. Finora la malattia è stata raccontata bene? "È facile con il senno di poi dire che si poteva fare meglio, è facile sbagliare nella scienza e nella natura umana. Quel che si è fatto è isolare le persone, l'informazione ha funzionato. Le fake news circolano, ma la gente comincia a capire che quando ci sono le cose serie bisogna dar retta alla competenza".
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