La correlazione e la tutela di salute ed economia devono essere dipanati dalla politica, sulla base delle posizioni degli scienziati. Ma la vita di tante imprese è in bilico e con essa i livelli di occupazione. Metà dei consumi privati è composta da beni e servizi (ristoranti, bar, alberghi, intrattenimento, vestiti, automezzi, beni durevoli). Questo dice che esiste uno stretto rapporto tra manifattura econsumi.
E’ vero che la pandemia ha fatto comprendere l’importanza del digitale e dell’e-commerce, che sicuramente crescerà nel futuro. Ma è bene ricordare che un terzo del Paese non è servito dalla rete e dalla banda larga. L’Italia, con la sua storia e le sue ricchezze, non può comunque rinunciare al turismo, alla socialità, all’incontro delle persone, alle città con i negozi, bar e ristoranti. Cosa fare allora per ripartire?
Il turismo, che con l’indotto vale il 13% del Pil, è congelato. Occorrono regole di sicurezza urbane esterne alle strutture turistiche e interne alle stesse. I clienti devono avere una positiva percezione di sicurezza esterna perché sono in movimento, consumano, fanno acquisti. All’interno della struttura le garanzie indispensabile sono la pulizia delle camere e quali procedure e prodotti devono essere usati, come accogliere il cliente, come servirlo al tavolo, le distanze in una sala, come si preparano in cucina i pasti.
Per ristoranti e bar essenziali saranno i disciplinari e la loro applicazione al fine di garantire la sicurezza sanitaria, dall’accesso al locale secondo le dimensioni e i servizi, da come si allestisce il ristorante, dalla distanza tra personale e clienti.
Nei negozi irrinunciabili sono la percezione della sicurezza esterna, le modalità di accesso e la sicurezza interna. In sostanza vanno definiti in modo semplice e chiaro specifici protocolli con le procedure di garanzia del massimo livello igienico sanitario. I contenuti dei protocolli devono essere essenziali e di concreta applicazione.
In definitiva, la tragedia del “coronavirus” deve essere utilizzata per realizzare una qualificazione della nostra offerta sulla quale attuare un’azione di grande comunicazione. E’ fondamentale infondere fiducia nella ripresa delle attività.
La decisione su quando ripartire spetta ovviamente al governo nazionale. La strategia però deve essere condivisa tra tutti i soggetti coinvolti, dalle istituzioni regionali e locali alle autorità sanitarie, fino alle rappresentanze delle imprese, dei lavoratori dipendenti e dei consumatori. Confesercenti propone che sia il prefetto della nostra provincia a istituire e coordinare uno specifico tavolo per iniziare un concreto lavoro di elaborazione dei protocolli, al fine di far ripartire l’economia, con la partecipazione dei territori.
Fonte: Confesercenti - Ufficio stampa
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