Dopo il dono di ieri, gonews.it ha scambiato quattro chiacchiere con la dottoressa Silvia Guarducci dell'ospedale San Giuseppe di Empoli. Abbiamo voluto fare una riflessione sul momento attuale, il punto di vista del personale sanitario dopo più di un mese di emergenza e sulla raccolta fondi avviata dalla Misericordia di Empoli.
Dottoressa Guarducci, ci sono stati molti atti di generosità verso il San Giuseppe?
Prima di tutto voglio ringraziare voi, ma con questo ringraziamento voglio arrivare ad abbracciare tutte quelle aziende e persone in genere che, sopratutto in questi giorni prepasquali, ci stanno facendo sentire il loro affetto e la loro vicinanza. Sono veramente iniezioni di fiducia e sopratutto di speranza che tutti vogliamo arrivare in fondo a questo tunnel e tornare alle nostre vite normali. Molte aziende hanno fatto recapitare le uova, le colombe, prodotti della loro attività, che hanno rallegrato queste giornate pesanti e sotto queste mascherine si vedono gli occhi che brillano, magari anche velati dall'emozione.
Il territorio ha risposto alla solidarietà?
In merito al territorio non ho parole per dire grazie. Un grazie che parte del cuore. Una città, un territorio intorno, comuni limitrofi del nostro bacino di utenza, addirittura anche dall'estero, che si sono mobilitati, da una semplice raccolta fondi con un obiettivo da raggiungere, ad ottenere somme importanti che tante persone hanno voluto condividere per l'Ospedale San Giuseppe.
Oggi l'impegno dei nostri sanitari e la volontà di uscire prima possibile, è stata compresa dalla popolazione che fin da subito ha voluto far sentire la propria presenza. Per tutto questo devo dire grazie alla Venerabile Arciconfraternita della Misericordia che si è impegnata e ha fatto da bacino di raccolta permettendo di poter investire immediatamente le somme di denaro ed ampliare i nostri reparti con attrezzature all'avanguardia che saranno anche un investimento importante per il futuro.
Vuole lanciare un messaggio dal presidio per i cittadini in questo momento ancora difficile?
Il messaggio è quello che ormai è diventato una costante nella testa, purtroppo non per tutti. State a casa. È importante stiamo andando verso la direzione giusta e i numeri ogni giorno lo dimostrano. Però se molliamo adesso vuol dire ripiombare nuovamente nell'oblio e ripartire da capo. I nostri sanitari stanno lavorando al massimo e sono al punto di far tornare a casa presto i degenti e riprendere la loro vita, ovviamente con le dovute misure di sicurezza. Certo da fuori dobbiamo garantire loro un ambiente sano ed evitare il propagarsi del contagio.
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