“Amministratori svegliatevi dal vostro giurassico torpore e abbiate il buon senso di creare semplici strumenti del fare e non articolati strumenti per non fare e non far fare, assumiamoci tutti insieme il coraggio e l’alto senso civile della responsabilità delle scelte”. Il presidente di Ance Toscana (Associazione Nazionale Costruttori Edili della Toscana) Stefano Frangerini lancia una sfida: “è il momento di smantellare gli impalcati burocratici nell'interesse di tutti i cittadini”.
“L’economia italiana e ancor più quella toscana avranno difficoltà ad uscire dalla crisi in quanto economia strettamente legata a turismo ed esportazioni, ovverosia fattori la cui ripresa sarà particolarmente lenta”, spiega Stefano Frangerini, presidente di Ance Toscana. “In questo quadro occorre puntare sulla domanda interna, di cui, un motore fondamentale di sviluppo è il settore delle costruzioni. L’edilizia è una forte consumatrice di beni prodotti all’interno, ha immediate ricadute sul territorio locale e rimane comunque, nonostante lo sviluppo di nuove tecnologie, un settore ad alta intensità di manodopera”.
“Pensiamo anche alla drammatica situazione delle nostre infrastrutture ed alla assoluta necessità della loro manutenzione – aggiunge Frangerini -, il caso del crollo del ponte sul Magra avvenuto ieri, ne è una clamorosa dimostrazione. Ci auguriamo che alle imprese toscane sia consentito dare un importante contributo nella rapida ricostruzione”.
La Toscana dell’edilizia conta circa 6000 imprese strutturate, che impiegano oltre 22mila lavoratori, se a queste aggiungiamo tutte le aziende della filiera si sfiorano le 60mila imprese e contribuisce per quasi il 5% al PIL regionale. “Una realtà che non vuole lasciarsi sopraffare né dal contagio né dalla tormentata burocrazia”, sottolinea il presidente di Ance Toscana Stefano Frangerini.
Delle due componenti del settore, edilizia privata ed opere pubbliche, è quest’ultimo che può dare una risposta nell’immediato.
Ance Toscana chiede alla Regione la semplificazione delle procedure di approvazione degli strumenti urbanistici - richiesta condivisa anche dai comuni -e, a livello nazionale, la riconferma per i prossimi anni di tutte le agevolazioni fiscali sisma ed eco bonus.
Ai comuni chiede, inoltre, di agevolare gli interventi edilizi e soprattutto quelli di riqualificazione urbana con agevolazioni sugli oneri di urbanizzazione e sulle imposte comunali.
“La pubblica amministrazione ed in particolare gli enti locali – continua ancora Frangerini - devono essere messi nella condizione non solo di ottenere risorse ma soprattutto di spenderle velocemente, cominciando da quelle già disponibili.
Ance chiede e non da ora, di velocizzare tutte le fasi amministrative collegate ad autorizzazioni preventive alla realizzazione di un’opera pubblica, è in questa fase che può essere utile la figura di un commissario per la velocizzazione tutte le fasi del bando di gara, anche se sarebbe meglio risolvere il problema alla radice adottando procedure nuove, snelle e soprattutto certe nei tempi”.
“In fase di gara occorre avere il coraggio di applicare criteri che premiano la qualità delle imprese e della loro vicinanza all'area oggetto dell'intervento, di abbandonare modelli di invito a gara generici asfittici che, sovente, generano il contenzioso tra committente e impresa proprio per la mancanza della necessaria professionalità di quest'ultima, questo in una logica di mero ribasso economico dell'offerta presentata. – conclude il presidente di Ance Toscana Stefano Frangerini -, si pensi infatti al sorteggio causale per la scelta delle imprese da invitare. Il sistema dovrebbe finalmente consentire, una volta per tutte, alle amministrazioni di selezionare le imprese in funzione della loro dimostrata capacità e competenza professionale, senza il timore di attivare bandi, anche per importi di media entità, con scelte che tutelino soprattutto il tessuto delle imprese locali ricche delle proprie competenze tecnologiche e umane.
“La agognata semplificazione delle procedure è necessaria anche per il mercato privato – aggiunge ancora Frangerini -, quello forse ancor più duramente colpito dalla crisi, crisi che non deve farci dimenticare le grandi necessità di riqualificazione del nostro patrimonio edilizio e di messa in sicurezza delle nostre case, insieme alla necessità di ricostruire intere parti delle nostre città. Sono necessari strumenti urbanistici flessibili, agevolazioni fiscali con forte abbattimento degli oneri di urbanizzazione, dell'IMU, vera tassa patrimoniale”.
“Il trasferimento degli indici dovrebbe essere estremamente semplificato per favorire la rigenerazione urbana e rendere più vivibili e gradevoli le nostre città sia in termini architettonici che in termini di standard urbanistici, aree a verde, piste ciclabili etc… e di servizi. Non sono tollerabili strumenti urbanistici rigidi, tutt'oggi vigenti, che richiedono procedure tormentate con tempi biblici e infiniti pareri. L'edilizia, oggi più che mai, necessita della semplificazione e di un atto di presa di responsabilità da parte delle amministrazioni prima dei progettisti e delle imprese poi per agevolare il reciproco lavoro. Infatti con una semplice presentazione della pratica edilizia, dovrebbe esserci l'automatica assunzione di responsabilità della legittima dell'applicazione dello strumento urbanistico da parte del progettista, senza doversi sottomettere a costanti frustrazioni procedurali”.
“Insomma – continua ancora Frangerini - direttive chiare che indichino ciò che non si può fare e non ciò che si deve fare, questo per liberare la creatività dei progettisti, ad oggi meri attuatori di direttive burocratiche che condizionano irrimediabilmente la qualità dei progetti. I cantieri privati dovrebbero poter partire immediatamente, con titoli legittimi e irrevocabili, con logiche finalmente nuove, sulla semplice presentazione delle pratiche edilizie da parte dei professionisti abilitati ed eseguiti da imprese di comprovata professionalità e competenza”.
Fonte: Confindustria Firenze
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