In questo momento l’emergenza sanitaria e la chiusura di molte imprese per effetto dei provvedimenti di recente assunti per contenere la diffusione del virus, sta producendo una evidente riduzione dei ricavi e dei flussi di cassa e quindi situazioni di scarsa liquidità con conseguente aumento delle difficoltà nel pagamento ai fornitori. Sta quindi aumentando il rischio di non incassare alle scadenze pattuite o per effetto di revisioni dei piani dei pagamenti o per effetto di insoluti imprevisti. Crediamo che in un simile momento sia quanto mai opportuno tener presente che il sistema economico è una catena e che tutti gli anelli devono stare collegati. Per questo tutti coloro che possono farlo devono continuare a rispettare i pagamenti alle scadenze pattuite, evitando di assumere atteggiamenti prettamente utilitaristici volti a mettere in sicurezza la propria esclusiva posizione. Se vogliamo salvare tante nostre piccole e medie imprese che costituiscono parte caratterizzante ed essenziale del nostro tessuto economico, soprattutto nelle aree in cui maggiore è il ricorso al decentramento produttivo e alla diffusione della filiera, chi può onorare i debiti deve farlo: adesso è necessario fare prevalere la responsabilità e la solidarietà nei confronti di tutti i creditori, dalle aziende ai professionisti. Oggi questo è un comportamento etico quasi come quello di rispettare le regole di distanza e indossare la mascherina. Un atteggiamento di ingiustificato mancato rispetto delle scadenze può produrre un effetto pandemico in grado di fare uscire dal mercato entità produttive già deboli finanziariamente, ma indispensabili all’ordinato funzionamento del sistema nel suo complesso.
Nel nostro territorio, dove il sistema delle piccole e medie imprese è una risorsa fondamentale, dobbiamo impegnarci tutti a tenere unita la catena, salvaguardando tutti gli anelli che la compongono e combattendo chi si vuole approfittare di una situazione difficile. Solo in questo modo riusciremo a fronteggiare quella che si prospetta come la più grande e drammatica crisi degli ultimi decenni.
La recente proroga al 13 aprile 2020 delle restrizioni all’apertura delle attività economiche e delle limitazioni agli spostamenti delle persone, oltre alle urgenti decisioni in materia di tutela del lavoro e di liquidità determina altresí la necessità di misure fiscali coraggiose quali, per esempio, l’ampliamento a tutte le categorie della sospensione dei versamenti almeno fino al prossimo mese di settembre, la compensabilità dei crediti 2019 anche prima della presentazione della relativa dichiarazione e l’inserimento tra i pagamenti sospesi anche di quelli relativi ad avvisi bonari, ad accertamenti con adesione, ad altri strumenti deflattivi del contenzioso, ma anche quelli originati da transazioni fiscali, accordi di ristrutturazione dei debiti o piani del consumatore.
Tali rinvii possono contribuire a garantire la liquidità necessaria ma è fondamentale il varo di misure di forte sostegno che provochino l’immissione della liquidità necessaria per assicurare i consumi alle famiglie e la filiera dei pagamenti tra gli operatori economici, consentendo a tutti quanti di ripartire. Anche per questo riteniamo di dover chiamare alla collaborazione le banche del territorio, il cui ruolo è fondamentale per la tenuta del sistema. Per quanto ci riguarda siamo come sempre disposti a
fare la nostra parte. Siamo a disposizione per studiare insieme un protocollo e una procedura che possa essere utilizzata uniformemente nel territorio pisano per abbreviare tempi e adempimenti burocratici per cittadini e imprese. È una proposta che lanciamo non per ottenere vantaggi per la categoria, ma come istituzione per mettere a disposizione le nostre competenze per il bene comune.
Crediamo inoltre che sia necessario consentire quanto prima la riapertura delle attività produttive, ovviamente nel pieno rispetto delle misure volte a contenere il contagio da Covid 19, confidando nel senso di resposanbilità di tutti. Uno studio del nostro Consiglio Nazionale ha evidenziato, infatti, una potenziale riduzione del Pil nel periodo di blocco del 60-70%, stimando che un lockdown superiore a due mesi avrebbe a fine anno impatti superiori a due cifre sul prodotto interno lordo.
Intanto l’entrata in vigore della Riforma della Crisi d’Impresa dovrebbe essere rinviata nel suo complesso e, possibilmente, rivista risultando attualmente fuori contesto.
I commercialisti sono anche in questa fase in trincea al fianco delle imprese proprio per facilitare l’accesso alle misure varate, non sempre di facile utilizzo e nonostante appesantimenti burocratici evitabili e gestione inadeguata di qualche appuntamento da parte di alcuni Enti della Pubblica Amministrazione che, ancora una volta, non hanno voluto ascoltare i suggerimenti di coloro che si occupano quotidianamente di tali materie.
In un momento in cui abbiamo esempi straordinari di impegno, in cui grazie alla solidarietà, alle competenze ed all’impegno sono stati raggiunti risultati che non avremmo immaginato possibili, tutte le componenti della società e delle Istituzioni debbono profondere il massimo impegno e fare fino in fondo la propria parte, utilizzando a pieno e senza presunzione le competenze esistenti e valorizzando il senso di comunità per uscire tutti insieme da questa drammatica emergenza sanitaria ed economica.
In questo contesto i commercialisti vogliono continuare ad essere Utili al Paese.
Fonte: Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Pisa
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