“E’ un mostro ma si può combattere”. Sono le parole della 61enne di Poppi che, insieme al compagno, è stata ricoverata all’ospedale San Donato di Arezzo per Coronavirus. Lei adesso è definitivamente guarita, lui sta aspettando il risultato del secondo tampone. Sono a casa da una settimana.
“La ripresa è lenta ma costante. Il mio compagno ha avuto l’ossigeno fino ad oggi, adesso glielo hanno tolto. Devo dire che nella sfortuna e nella gravità della malattia, siamo stati fortunati per le cure ricevute, per le quali ringraziamo la Asl e i suoi professionisti”.
La coppia è rimasta in ospedale per tre settimane, tra le Malattie Infettive e la Rianimazione. Lui in particolare, per due settimane è stato intubato e sedato. Ha perso 10 chili. Lei, per una settimana ha indossato il casco per l’ossigeno.
“Ringraziamo il dottor Tacconi, il dottor Feri e tutta la loro squadra per le cure e l’umanità dimostrate – dichiara la donna – Il dialogo e l’attenzione che ci hanno dedicato, accanto ad una grande professionalità e competenza, ci rendono orgogliosi della sanità aretina. Sono stati meravigliosi. Anche adesso che siamo a casa, il personale della Asl non ci lascia mai soli. Il ringraziamento va quindi a tutti, fino alla guardia medica che inizialmente ci ha seguito e che ha capito la gravità della situazione allertando il 118 e facendoci portare al San Donato. Io sono originaria di Torino e lavoro a Firenze, ma è qui ad Arezzo che ho avuto una dimostrazione grandiosa della nostra sanità”.
Un racconto simile arriva da Grosseto
“Contatto stretto di un caso positivo accertato. C'era da aspettarselo, ma non si è mai abbastanza pronti a un responso del genere”. Con queste parole inizia il racconto a lieto fine di una paziente tra i primi casi positivi nella provincia di Grosseto, che ha vinto la sua battaglia contro il coronavirus.
La signora, della zona e sulla settantina, era stata in maniera piuttosto costante a contatto con un paziente che da lì a breve, a seguito del manifestarsi di febbre alta e sintomi influenzali, sarebbe risultato positivo al tampone e ricoverato all'ospedale Misericordia.
“Quando mi hanno informata della positività e del ricovero del paziente, è stata una doccia gelata, ognuno di noi pensa sempre che un evento negativo non possa riguardarci direttamente e invece a volte non va così. Ho avuto paura per quella persona e ancora di più quando mi hanno detto che anche io avrei dovuto eseguire il tampone per verificare se fossi stata contagiata” - racconta la signora.
Anche il risultato della signora è stato positivo e data la presenza di una patologia pregressa, i sanitari hanno deciso per il ricovero nel reparto di Malattie Infettive.
Qui la paziente ha trascorso circa 10 giorni, assistita e costantemente monitorata dal personale medico e infermieristico del reparto della dottoressa Cesira Nencioni. Nonostante le condizioni non gravi, alla signora veniva somministrato periodicamente dell'ossigeno per aiutarla a respirare meglio.
“Sono stati giorni difficili, avevo paura perchè non sapevo a cosa andassi incontro e mi mancavano i miei cari che sentivo solo per telefono. Per fortuna tutto il personale che mi ha assistito non si è dimostrato solo competente ma umano, prima della cordialità ho potuto percepire la loro vicinanza - prosegue la signora - Ho visto gli operatori impegnati giorno e notte contro un 'mostro' di cui poco si sapeva in quel momento. Anche loro avevano paura, dai visi sempre gentili, traspariva comunque un senso di legittima preoccupazione”.
E i risultati sono arrivati. Dopo 10 giorni circa di ricovero, la paziente non aveva più alcun sintomo e all'esecuzione dei due tamponi di controllo è risultata negativa, una vera e propria guarigione, una negativizzazione.
La signora è potuta tornare al suo domicilio e riprendere una vita normale per quanto possibile in questo periodo storico senza precedenti. Questo è il secondo caso di contagio e il primo caso di guarigione nella provincia di Grosseto.
“Ringrazio i medici, gli infermieri e gli oss che si sono presi cura di me durante la degenza e per il senso del dovere e la dedizione che mettono nel proprio operato verso tutti i pazienti, anche adesso che viene chiesto loro un impegno ancora maggiore. Non avrei potuto ricevere assistenza migliore”.
Fonte: Azienda Usl Toscana sud est - Ufficio stampa
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