La laurea ai tempi del coronavirus: Erica Bimbi discute dal salotto di casa

Un periodo strano è quello che stanno vivendo gli italiani. Marzo 2020 ha preso decisamente una piega diversa sotto l’emergenza coronavirus. Tutti in casa, si esce solo per necessità come i bisogni primari o il lavoro. Essendo una situazione insolita, e anche totalmente nuova, l’Italia e i cittadini stanno rispolverando le semplici abitudini lasciate nell’angolo della vita quotidiana e stanno scoprendo i  mezzi tecnologici. Le restrizioni a causa del coronavirus, volte alla salute collettiva, stanno infatti digitalizzando l’Italia da nord a sud.

Con le scuole e le università chiuse i ragazzi fanno lezione online. Ma le lauree? Una bella domanda. Con il Dpcm emanato il 9 marzo 2020 ogni assembramento è stato vietato e molti settori, dal lavoro alla didattica, hanno provveduto a modernizzarsi attraverso la tecnologia per andare avanti. Stessa cosa vale quindi per la discussione delle tesi.

La laurea ai tempi del coronavirus è un evento particolare, quasi unico, come ci ha raccontato Erica.

Erica Bimbi ha 22 anni, vive a Forcoli nel Comune di Palaia e ha studiato Mediazione linguistica nel contatto interculturale all’Università di Siena. Erica ha discusso venerdì 13 marzo 2020, quindi nel pieno delle disposizioni attuate, comodamente seduta nel salotto di casa sua, accompagnata dalla famiglia e da un vortice di emozioni.

La discussione si è svolta via Skype – ha raccontato Erica. Mi sono accordata con la mia professoressa e alle 12 l’ho videochiamata. All’inizio della discussione non funzionava la telecamera quindi, i primi 5 minuti, ho esposto la mia tesi senza vedere la relatrice”.

Dall’altra parte del computer di Erica si trovava, in via telematica, la madrelingua di spagnolo mentre nel salotto della casa di Forcoli erano presenti anche la mamma, la sorella e i due amici pelosi, seduti sul divano e attenti alla discussione della padrona. “Avevo anche l’ansia che suonasse il campanello. I miei cani, quando lo sentono, iniziano ad abbaiare”. Laurearsi comporta anche girare per i negozi nei giorni prima della fatidica data, scegliere l’outfit perfetto e, in particolare per le ragazze, abbinare dalla testa ai piedi trucco e parrucco ad un bel paio di décolleté. Ma non è stato così per Erica: “Sopra avevo la camicia e la giacca ma sotto ero in pigiama e ciabatte. La laurea più comoda del mondo”.

Confortevole per alcuni aspetti ma allo stesso tempo, difficile da affrontare dal punto di vista delle emozioni. “Ero molto agitata. Durante la discussione guardavo l’orologio sullo schermo del computer e contavo i minuti che mancavano. Era la prima volta che facevo una chiamata così importante via Skype ed ero preoccupata che non mi funzionasse la rete o che la professoressa non riuscisse a sentirmi. Quando non mi vedeva, all’inizio, ho anche pensato che fosse un bene almeno non mi notava fare facce strane!”. Una forte adrenalina, che si è risolta con la fine del colloquio, come succede anche nelle lauree classiche: “Quando è finito ho improvvisamente scaricato le emozioni e ho iniziato a saltare per casa. Per gli esami non ho mai avuto questo tipo di ansia perché mi trovavo subito davanti i professori. Averli a distanza è stato diverso”.

A coronare il successo sudato e meritato di Erica non ci sono stati i festeggiamenti di rito, niente aperitivo con gli amici, niente tavolata al ristorante, nessun ballo di gruppo, coro ironico e spara coriandoli fuori dall’ateneo. Ma la 22enne ha comunque avuto il suo giusto compenso durante la quarantena: “Ho festeggiato lo stesso in casa. La mia mamma ha preparato un pranzo in grande con primo, secondo e tutto il resto. In pomeriggio ho giocato a carte con i miei, ho portato i cani fuori, ho salutato nonna dal terrazzo. Non ho ricevuto né abbracci né baci, ma nonostante le circostanze, ho comunque fatto festa”.

Erica, dopo la discussione del 13 marzo, non è ancora ufficialmente dottoressa ma lo sarà il 3 aprile, data in cui avrebbe dovuto essere proclamata. Sarà ufficializzata comunque tramite mail con il titolo e, una volta finita l’emergenza, probabilmente otterrà la cerimonia in Ateneo. Ancora niente di certo ma intanto la giovane punta già al futuro: “Ho intenzione di continuare gli studi con la magistrale in Relazioni Internazionali, a Bologna. Per la seconda laurea mi rifarò, ma l’importante non è questo ma è l'aver raggiunto il traguardo, in un modo o in un altro”.

 

Margherita Cecchin

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