Coronavirus, cooperative Colori e Minerva in prima linea nonostante le difficoltà

A fianco degli ospedali e dei presidi sanitari Asl, c'è un altro esercito: quello dei servizi offerti dalle cooperative. Parliamo di assistenza ai disabili, ai malati da curare a domicilio, a persone in condizioni di disagio. Nell'Empolese quasi sempre il volto di chi si presenta a casa è quello di dipendenti di cooperative come la Minerva o la Colori. Abbiamo parlato con la presidente di Minerva Cristina Dragonetti e con la direttrice di Colori Simona Tinti della situazione emergenziale che ha coinvolto anche il loro lavoro.

Allerta coronavirus, molti soggetti fragili sono costretti a stare a casa ma i servizi di assistenza non possono fermarsi. Come si è attrezzata la vostra cooperativa?

Dragonetti: Il primo metodo che ci siamo dati è stato quello di garantire la sicurezza dei lavoratori. Come datori di lavoro questo per noi è il primo obbligo. Non abbiamo mascherine (non le ha nessuno) e senza mascherine non possiamo proteggere in modo adeguato gli anziani fragili. Da un punto di vista meramente narrativo possiamo dire che sembra di essere in guerra e speriamo di giorno in giorno che qualche fornitore ne trovi qualcuna e così di 100 in 100 mascherine vediamo i giorni passare e non abbiamo contezza di quando questo sarà superato.
In secondo luogo stiamo cercando di lavorare “as is” cioè facendo il possibile e l’impossibile per andare dagli anziani a casa. Non è facile.

Tinti: Abbiamo potenziato i controlli nelle strutture in adempimento agli obblighi governativi (e noi abbiamo anche effettuato maggiori precauzioni con sanificazioni delle parti esposte più volte al giorno) ed abbiamo garantito continuità al servizio. Il tutto di concerto con l'azienda sanitaria e i Comuni.
Poi stiamo garantendo con una difficoltà estrema i mezzi di protezione per i dipendenti. Per quelli che lavorano nella sede della cooperativa stiamo riducendo l'orario di lavoro al fine di garantire la continuità e la sorveglianza dei servizi, limitando al contempo le ore di lavoro, con la speranza di limitare il contagio. Stiamo riadattando anche gli spazi di lavoro per garantire le misure di sicurezza standard.

Siete in difficoltà con il personale per soddisfare a queste nuove richieste?

D: Le difficoltà non sono per il numero di personale a disposizione ma per le ore che ci vengono tolte. il futuro è difficile perché è innegabile che il lavoro sta diminuendo (paradossalmente) e abbiamo persone ferme che non possono essere messe in ferie ma neppure fino ad oggi avere la certezza della Cassa integrazione.

T: Sì assolutamente sì! Il comparto ospedaliero, come logico che sia, sta assorbendo tutto il personale per le proprie necessità. Ciò mette in difficoltà la medicina territoriale. Ma in questo momento tutti dobbiamo fare la nostra parte e la nostra cooperativa non si sottrae alle proprie responsabilità che devono essere condivise anche con quelle degli altri.

Molte figure sanitarie sono state contattate da Asl per le graduatorie fatte in precedenza, ci sono però delle situazioni da chiarire per chi lavora con voi. Potete spiegarci questa cosa?

D: Noi abbiamo difficoltà per le figure infermieristiche ma è una difficoltà che nasce anche da concorsi precedenti e che non ha ancora una soluzione. Io direi che questo problema in questo momento non è, almeno per Minerva, il problema principale rispetto a quelli descritti sopra.

T: Credo che si possa riassumere con quanto già detto. Le difficoltà ci sono e sarebbe inutile non evidenziarli. Ma allo stesso tempo la nostra cooperativa unitamente a tutte le altre si sta mettendo in gioco per affrontare questo momento difficile. Credo che in questi momenti sia necessario alzare la testa e rimboccarci le maniche ed affrontare i problemi per un bene ed un obiettivo comune. Potrei dire che se dobbiamo lottare la cooperativa Colori è in prima linea.

Cosa potrebbero fare le istituzioni (dai Comuni al governo) per aiutare la vostra situazione

D: Su questo vorrei dire che ci sono comuni e comuni (di conseguenza sindaci e sindaci). Brenda Barnini è un sindaco molto vicino e molto competente. Sono invece rimasta molto male con un comune nel quale lavoro al quale ho deciso di scrivere. Mi auguro che chi ci governa possa capire che soprattutto noi cooperatori stiamo portando nel comparto socio sanitario e nel welfare le risposte ai più fragili e che non abbiamo bilanci/ricchezze che ci consentano di tirare una cinghia già logora. Se il governo ritiene il nostro lavoro degno ci deve dare un segnale e ci deve mettere in condizione di non chiudere. Noi facciamo servizi pubblici da cui il pubblico si è ritirato perché con noi si risparmia ma non si può arrivare a vedere che un educatore assunto dal pubblico riscuote senza lavorare e un educatore assunto da noi non riscuote. Questo non è solo ingiusto, fa male al senso di comunità. Noi siamo imprese che danno alle comunità molta ricchezza e non ne teniamo per noi, siamo no profit e gli utili li reinvestiamo. Questo virus non ci voleva per nessuno.

T: Gli aiuti da chiedere sarebbero molti. Ad esempio estendere anche alle cooperative la cassa integrazione o la ricontribuzione del fondo FIS (Fondo d'Integrazione Salariale). Chiederei alle istituzioni maggiori incentivi e decontribuzioni. Le spese che stiamo sostenendo in questi momenti sono importanti e straordinarie, il tutto con una contrazione del mercato.

Ma questo è il momento del fare e non del chiedere.Sono fiduciosa che il Governo Nazionale che si sta comportando molto bene nell'affrontare questa emergenza in un'ottica di trasparenza ed onestà saprà ricompensare gli sforzi di chi in questi momenti sta dando tutto se stesso per la causa comune. L'iniezione dei 25 miliardi di oggi sono un ottimo viatico. L'Europa sta facendo la sua parte autorizzando lo sforamento del deficit per spese sanitarie.

Alle Istituzioni locali chiedo di continuare sulla strada di sollecitare i nostri cittadini a comportamenti responsabili e virtuosi. Credo che i nostri sindaci sapranno apprezzare anche in futuro la produttività territoriale. La nostra cooperativa c'è e c'è sempre stata per contribuire a risolvere il problema locale. Sono fiduciosa che tutto passerà presto e da questa delicata vicenda ne usciremo tutti più forti

Elia Billero

Notizie correlate



Tutte le notizie di Empoli

<< Indietro

torna a inizio pagina