Il Presidente Mattarella oggi ha detto che “Sant’Anna di Stazzema è radice della Repubblica” ponendo al centro della nostra democrazia il luogo che vide il sacrificio di 560 innocenti.
Le radici però a volte possono essere molto profonde e dimenticate e forse in Italia è accaduto proprio questo.
Altro che secolo breve, il Novecento nelle scuole è quasi un mistero. Oggi, come fu per i nostri genitori, ci si ferma frequentemente alla Grande Guerra, se va bene al fascismo e alla seconda guerra mondiale. Io stesso la seconda guerra mondiale l’ho studiata di fretta dal riassunto di fine capitolo perché dovevamo ripassare il programma già fatto in vista dell’Esame di Stato. Assai raro che si vada oltre la Costituzione e la nascita della Repubblica, con serie conseguenze sulla consapevolezza delle regole e dei principi fondativi della democrazia.
Piero Calamandrei disse che “la libertà è come l’aria, ci s’accorge di quanto vale solo quando comincia a mancare” ed è proprio così. Per tanti miei coetanei il diritto al voto, un’Europa senza guerre in cui si può circolare liberamente sono fatti scontati non diritti da difendere e conquistare giorno dopo giorno. Se la scuola e le famiglie non educheranno le nuove generazioni al valore di queste conquiste corriamo il rischio di sentire quel senso di asfissia che molti nostri nonni hanno sentito.
Poniamo fine ad una memoria spesso intrisa di una retorica ripetitiva, non limitiamoci al ripetere frasi vuote tipo “Mai più Sant’Anna, Mai più Auschwitz!”; impegniamoci nel gridare “Sant’Anna di Stazzema: lezione appresa! Auschwitz: lezione appresa!”
Non serve a nulla ricordare quelle vittime se poi ci giriamo dall’altra parte di fronte a innocenti che come loro, ancora oggi, rischiano la propria vita nel mondo.
Il sistema attuale non funziona più, serve un cambiamento che imponga a tutte le scuole l’insegnamento della storia fino alla caduta del muro di Berlino. Chiedete ai vostri figli e nipoti se davvero credono che fino a soli 30 anni fa Berlino e il mondo erano divisi in due, sempre trent’anni fa dall’altra parte dell’Adriatico dove oggi vi sono 7 stati indipendenti spiccava una sola bandiera, la Jugoslavia. È passato ma sono questi i cardini su cui poggia il mondo di oggi. Non conoscerli significa avere grosse difficoltà a capire fenomeni come l’immigrazione, il terrorismo, la crisi economica. In gioco non c’è il titolo di studente più preparato ma quello di buon cittadino. Senza gli strumenti per interpretare il mondo contemporaneo non si va da nessuna parte.
Tirateci fuori da questo presente permanente in cui siamo stati rinchiusi, ridateci il 900 e dalla storia dei nostri nonni costruiremo un futuro migliore dal quale non si debba più scappare.
Forniteci degli strumenti per difenderci dagli abusi strumentali della storia ponendo fine alla perenne amnesia collettiva che ha anestetizzato il nostro paese.
Bernard Dika, Consigliere di Amministrazione del Parco Nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema
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