Dopo la scomparsa di Gianna Gianni, cittadina di Montelupo Fiorentino venuta a mancare giovedì 27 febbraio a causa di una malattia, un collega fotografo e amico ha scritto alla redazione di gonews.it in ricordo della titolare Foto Ottica Gianni. Riceviamo e pubblichiamo quindi questo messaggio di Roberto Giovannetti, ulteriore dimostrazione di quanto Gianna Gianni fosse conosciuta e apprezzata nella comunità.
"Gianna non era una fotografa normale. Aveva ereditato "l'occhio" da suo babbo Silvano. L'occhio di individuare un soggetto. Di darle la giusta luce. Naturale e artificiale. La luce è tutto diceva un maestro dello scatto come Andreas Fenninger. Lei sapeva che i dettagli sono tutto nella fotografia e sapeva trovarli e fare la differenza. Che fosse un servizio industriale, un matrimonio oppure una semplice fototessera per una patente o passaporto. Quel sorriso che sapeva estrarre ad un soggetto, per pochi minuti anonimo, faceva la differenza. Sono attimi, ve lo posso assicurare, sono stato fotografo del Guerrino sportivo e della Gazzetta dello sport. Ai tempi ho fotografato Maradona in ritiro. Viziato anche fuori campo. Giocava a palleggiare arance e sorrideva a me e gli altri fotografi in campo. Gianna avrebbe cercato un Maradona fuori dalle "righe". Magari quando facevano passare, in ritiro, a lui la fidanzata.
Avrei voluto averla con me quell'esile fanciulla che era veloce con una raffica di scatti a catturare sfumature di espressioni che neanche il soggetto aveva mai visto allo specchio. Rileggo i titoli di questo quotidiano locale e non realizzo. Non ci credo. Mi dico che domani passo in negozio e mi faccio stampare al volo col BT tre scatti rubati alla natura. Un ingrandimento della mia bimba, che ora ha venti anni, ma che lei nel suo mini studio in negozio aveva dato cadenza al suo scorrere del tempo. Ho decine di suoi ingrandimenti fatti da Gianna. I suoi successi a danza, piccolissima col tutù bianco. Frames creati da Silvano e Gianna insieme. Sapeva comporre style life e scattare di moda. La mattina faceva una comunione e poi senza quasi mangiare, o fare il giro della tavola, come si dice in Toscana, andare di corsa fare un matrimonio. E la sera, indomabile e guerriera andare in notturna a fare un saggio di danza sopra al piccolo Cinema Mignon.
Lei era così. Incredibile. Una forza della natura. Non mi diceva mai di no. Ed io sono strano e impossibile di carattere. Forse era quel sentirsi vicini. Simili. Essere anche opposti su sistemi di computers. Come Linux e Osx. Come Pc e Mac. Ma alla fine il modo di convertire un files per vederlo su carta, si trovava. Era curiosa, come lo sono stato sempre io. Aveva nel suo lavoro una cosa che tanti non hanno più. Aveva FAME. Intendo la voglia di ricerca. La voglia di alzarsi all'alba al mare e al tramonto in montagna per trovare la luce migliore. Più morbida, più sfumata o che desse colori più saturi.
Mi mancherà. Come mancano gli amici. Più dell'ultimo amore perduto. Le cose, le persone mancano di più quando realizzi che domani...non ci saranno. E sembra impossibile poi, entrare nello stesso negozio, e non trovare il suo volto con gli occhi. Lei che riusciva a vedermi prima di me. Ed io ero un fotografo di Calcio di serie A. Abituato ad anticipare il gol in una azione da dietro le porta. Un ottomillesimo di secondo.
Gianna, ti immagino tra un arcobaleno speciale. Oltre. Nella dimensione che troverai e la luce più bianca assoluta di tutta la somma dei colori di tutti gli arcobaleni. Che è il bianco asoluto. Sono sensibile e facilmente emozionabile. Ma stanotte, mentre portavo dentro un gatto distratto, mi è sembrato di vedere in cielo una stella in più. Buon viaggio, fotografa professionista!"
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