Vertenza Vibac, dietro front della proprietà: no al rilancio del sito produttivo

foto gonews.it

Dietro front da parte di Vibac. L'azienda, nell'incontro convocato al Mise questa mattina, avrebbe tolto dal tavolo delle trattative il piano di rilancio della sede di Sovigliana a Vinci. Già in una nota successiva al primo incontro al Ministero la proprietà sembrava avesse scartato l'idea del rilancio nonostante istituzioni e sindacati pensassero di aver trovato un accordo.

Il MISE ha così chiesto un incontro chiarificatore oggi a cui hanno partecipato le parti in causa in seduta ristretta a causa dell'emergenza Coronavirus: qui l'azienda ha smentito una qualunque apertura sul rilancio, lasciando letteralmente di sasso i presenti. L'accordo era solo sugli ammortizzatori sociali, un'incomprensione insomma: questa la motivazione data dall'azienda al dietro front.

I sindacati, ovviamente, sono sul piede di guerra e smentiscono questo racconto: "L'azienda - spiega Giuseppe Dentato della Filctem-Cgil - si era espressa chiaramente per un piano di rilancio, ma poi ha rivisto le sue posizioni ribadendo che non c'è alcuna intenzione di tenere aperto lo stabilimento e che questo non ha più futuro. Si è così messo in discussione quanto lei stessa aveva dichiarato. Ciò dimostra la scarsa credibilità del nostro interlocutore, nonché l'assoluta mancanza di rispetto verso le istituzioni".

"Sindacati e istituzioni, Ministero e Regione in primis, si sono messi a disposizione per dare una mano all'azienda con tutti gli strumenti necessari, ad esempio con un ammortizzatore sociale lungo che permettesse di individuare con calma il piano di rilancio, ma al secondo incontro al Ministero l'azienda ribalta il tavolo dicendo che avevamo capito male. Non è più accettabile farsi prendere in giro", conclude Dentato.

"L'incontro di oggi - dice invece il sindaco di Vinci Giuseppe Torchia - complica la vicenda e ci porta anche a dubitare della credibilità degli interlocutori. Resta la disponibilità delle istituzioni e dei sindacati a ritirare la procedura di mobilità e avviare conseguentemente una riflessione sul rilancio del sito produttivo, anche attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali. L'azienda ci spieghi al più presto cosa vuole fare, anche perché non si può "giocare" con la vita delle persone".

I sindacati hanno annunciato che il presidio continuerà, soprattutto che non permetteranno alla proprietà di portare via il materiale all'interno dello stabilimento. Per domani, alle ore 12, è convocata l'assemblea dei lavoratori. L'obiettivo dei sindacati resta la salvaguardia dell'occupazione con ogni mezzo possibile, non escludendo la possibilità di una conversione dell'azienda o della vendita.

 

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