“Chianti Lovers” l'anteprima del Consorzio Vino Chianti, in programma oggi alla Fortezza da Basso di Firenze e realizzata in collaborazione del Consorzio Tutela Morellino, ha confermato il grande successo dell'ultimo anno registrando oltre 4mila presenze.
In vetrina 122 aziende, 488 etichette in degustazione e 206 in anteprima. Protagonisti di questa 6a edizione, realizzata con il cofinanziamento FEASR-PSR 2014-2020 della Regione Toscana. Nella giornata sono state degustate le nuove annate Chianti DOCG 2019 e Riserva 2017 e Morellino di Scansano DOCG Annata 2019 e Riserva 2017. “Ancora una volta la scelta di voler aprire al grande pubblico ha premiato”, ha spiegato Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti. Questa è infatti “un'occasione concreta per mettere in contatto le nostre aziende con le persone, che hanno così la possibilità di conoscere e apprezzare cosa c'è dietro ogni etichetta”.
Il 2019 si è rivelato un anno importante anche sul fronte della qualità: “La vendemmia è in linea con le aspettative, abbiamo raggiunto l'obiettivo della riduzione del 10% delle quantità che ci eravamo dati per mantenere i magazzini in linea con l'andamento commerciale. La qualità è ottima. Il merito di tutto ciò è delle aziende che negli anni scorsi hanno fatto importanti investimenti e oggi oltre il 75% dei vigneti è stato rinnovato”.
All'indomani della notizia della scelta del governo americano di escludere l'Italia dai dazi, il Consorzio continua a guardare con grande attenzione all'export. Da qui l'appello alla Regione e al Governo “Abbiamo tirato un sospiro di sollievo che ci permette di guardare con più serenità ai prossimi mesi. E' certo che, anche alla luce di ciò che sta accadendo in Cina, serve maggiore flessibilità nella gestione dei fondi messi a disposizione per la promozione del vino in modo da rispondere tempestivamente a scenari - e questi mesi ne sono una conferma- che possono cambiare all'improvviso. Non possiamo permetterci di restare indietro: poter riadeguare i nostri investimenti in tempi rapidi può significare davvero molto per l'export e i bilanci”, conclude Busi.
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