Il prossimo martedì 18 febbraio, in occasione delle commemorazione di Anna Maria Luisa de’ Medici (Elettrice Palatina), al Museo de’ Medici di via dei Servi, a Firenze, sarà esposto nel museo - solo ed esclusivamente in quel giorno - uno straordinario ritratto d'epoca di Sua Altezza Elettorale, opera di inizio Settecento del pittore olandese Jan Frans van Douven, proveniente da una collezione privata, e quindi pressoché “mai visto”.
Nella giornata del 18 febbraio l'orario di apertura del Museo de’ Medici sarà il consueto - dalle 10 alle 18 - ma per quel giorno l'ingresso sarà al prezzo simbolico di un euro.
Inoltre alle ore 17 è prevista la commemorazione ufficiale con Alberto Bruschi, curatore della mostra “Cosimo I. Spolveri di un grande affresco”, cui farà seguito un breve concerto di clavicembalo degli allievi del Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze.
PROSEGUE LA MOSTRA “COSIMO I. SPOLVERI DI UN GRANDE AFFRESCO”
Prosegue fino al 24.03.2020 la mostra “Cosimo I. Spolveri di un grande affresco”, esposizione d’esordio del nuovo Museo de’ Medici aperto lo scorso giugno nel centro di Firenze e che ha sede al piano nobile di Palazzo Sforza Almeni, in via dei Servi. Curata dall’antiquario e esperto della Dinastia Medici, Alberto Bruschi, l'esposizione, che celebra i 500 anni trascorsi dalla nascita di Cosimo I de’ Medici, si caratterizza per la selezione di opere e oggetti provenienti da collezioni private, quindi non musealizzati, e perciò d’interesse ancor maggiore.
Una delle opere più importanti esposte nel percorso espositivo è il quadro-bozzetto preparatorio di Jacopo Ligozzi per il dipinto su lavagna nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, dal titolo Bonifacio VIII riceve gli ambasciatori fiorentini, che l’artista terminò nel 1592 e il cui disegno è oggi conservato nel Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi. La scena doveva illustrare il momento in cui papa Bonifacio VIII nel 1295, vedendosi attorniato dagli ambasciatori fiorentini che gli rendevano omaggio, esclamò che i fiorentini erano il quinto elemento della Terra, alludendo ovviamente ai quattro elementi costitutivi del cosmo della filosofia presocratica. Solo che Ligozzi pose sul fondo dell’immagine la personificazione della Toscana al centro, affiancata invece che dai quattro elementi, dai quattro continenti, considerando, dunque, anche l'America.
Da non dimenticare il Ritratto di Cosimo I attribuito all’Allori e due reliquie di Pio V, il Papa che incoronò Granduca Toscana nel 1569 Cosimo I, ovvero il Guanto della mano destra di San Pio V con il quale benedisse le truppe della Battaglia di Lepanto e donato a Marcantonio Colonna e poi una Pantofola, una di quelle che Cosimo dovette baciare il giorno della sua incoronazione granducale. Questa infatti rappresentò il momento di maggior importanza della politica cosimiana in quanto assicurò legittimamente il potere alla famiglia Medici per altri due secoli.
Nel percorso espositivo si potranno ammirare anche due manoscritti (Provanze de Quarti di tutti i Cavalieri di S. Stefano Fiorentini dalla Fondazione della Religione sino a’oggi - Il tutto estratto da Libri della Cancelleria di Pisa e Origine, e Descendenza della Real Casa de Medici), uno spartito (Per le Cantore - Cavalieri di S. Stefano), alcuni libri a stampa, e ben quattro medaglie della settecentesca Serie Medicea, opera di Antonio Selvi, raffiguranti Cosimo I, Eleonora di Toledo, Camilla Martelli e il “misterioso” Don Fagoro (che in realtà era Don Pedricco, figlio del Granduca e di Eleonora, morto a meno di un anno di età, ma raffigurato dall’incisore come un giovinetto di almeno 15 anni e in armatura).
Arricchiscono la mostra 20 litografie su tela dei Granduchi e consorti del XVII e XVIII secolo, un Piombo per reggere la staffa di un elemento architettonico con stemma mediceo, il bellissimo Ricamo dell'affresco perduto di Porta Romana Bando della fine della Repubblica Fiorentina e una placchetta che riporta la Legge sopra il vestire, Ornamenti, & altre Pompe delli Huomini, & Donne della Città, & contado di Fiorenza del 1568. A questi oggetti, nelle passate settimane si sono aggiunte 26 monete dedicate al duca (e poi granduca) Cosimo I de’ Medici e anche una rarissima reliquia di San Pio V, il papa che concesse il titolo di Granduca a Cosimo I e che personalmente lo incoronò a Roma nel 1570. La reliquia contiene in un lato un brandello di veste e di carne del pontefice, dall'altro ceneri compattate dei suoi resti. La cosa sorprendente è che se queste ceneri sono esposte ad una luce radente appare visibile l'inconfondibile effige di profilo del papa. La nuova reliquia è esposta a fianco della pantofola e della chiroteca già protagoniste della mostra.
UN NUOVO MUSEO PER I MEDICI A FIRENZE
Aperto non a caso nell’anno che celebra i 500 anni trascorsi dalla nascita di Cosimo I e di Caterina de’ Medici, il nuovo Museo de’ Medici si sviluppa sul piano nobile di un antico palazzo che fu confiscato dalla famiglia Taddei a metà del XVI secolo da Cosimo I de' Medici per essere donato al consigliere segreto Sforza Almeni. Non solo Cosimo I e Eleonora di Toledo camminarono in queste stanze, ma anche artisti come Bartolomeo Ammannati e Giorgio Vasari, incaricati di decorare il palazzo di Sforza Almeni che, dopo aver ricevuto così tanta ricchezza, dal Granduca fu anche tragicamente ucciso!
Il progetto del Museo de’ Medici è frutto di una startup giovanile ideata da Samuele Lastrucci, giovane direttore d'orchestra che con la propria famiglia condivide una passione sfrenata per la Dinastia Medici, ed è sostenuto da una fitta rete di partnership: Polistampa, Paolo Penko, Tamara Pasquinucci, Massimo Poli, Hologriffe, Castello di Querceto, Tenuta di Grignano, Tenuta di Artimino, Tenuta Sette Ponti, Le Vie dei Medici, Circolo Numismatico Mediceo, Associazione Modellismo e Storia, Associazione Firenze Alchemica.
Dal giugno 2019 lo stesso palazzo che trasuda storia da ogni angolo, è la location di un nuovo museo dedicato alla Dinastia Medici che si dipana in varie sale. Infatti coniugando elementi reali e virtuali, il neonato Museo de’ Medici racconta la storia della famiglia che guidò il Granducato di Toscana per circa tre secoli attraverso sale tematiche, mostre temporanee, eventi, una libreria specializzata, incontri, presentazioni editoriali e conferenze. Di particolare interesse per il visitatore appare l’opportunità di poter ammirare opere d’arte e oggetti – per lo più reliquie e cimeli - provenienti da collezioni private, non musealizzati e quindi pressoché
invisibili.
La prima sala, tematica, è dedicata alla genealogia, è un vero ritratto della famiglia Medici narrato attraverso un suggestivo cinema olografico.
Dalla famiglia al territorio: la stanza che segue racconta la nascita del granducato, le ville medicee, la flotta dei Cavalieri di Santo Stefano e un grande diorama illustra la famosa battaglia di Anghiari che “salvò” il Rinascimento. Il museo continua poi in una grande sala dedicata al mecenatismo artistico, caratteristica peculiare della dinastia. Oltre alla galleria di pittura virtuale e una preziosissima collezione di monete originali dal XV al XVIII secolo, ritratti a incisione dei granduchi, qui si può ammira reuna straordinaria scultura di Giovanni Battista Foggini ritraente Ferdinando II ed è particolarmente interessante l'installazione interattiva che consente di ascoltare la musica che accompagnava la vita dei Medici, dall'invenzione fiorentina dell'Opera a quella del pianoforte, che allora si chiamava “fortepiano”.
La sala seguente è invece dedicata al costume: le principesse medicee erano gli indiscussi arbitri del gusto! Inoltre, nello stesso ambiente si possono ammirare, tra le altre meraviglie, anche alcune statue per banchetti su modelli del Giambologna, realmente fuse nello zucchero.
L'ultima grande sala è dedicata alle scienze: i Medici fondarono la prima accademia scientifica al mondo e furono i più convinti sostenitori di Galileo Galilei. Nella stanza è conservata una collezione storica di animali imbalsamati, una serie di minerali e alambicchi legati all'alchimia, un modello del telescopio con il quale Galilei scoprì i pianeti medicei e persino un documento originale del papa che condannò l'astronomo pisano. A tutto ciò si aggiunge, vero “gioiello” del museo, la piccola sala originariamente utilizzata come cappella palatina dallo Sforza Almeni, che conserva ancora oggi un prezioso soffitto affrescato del XVI secolo.
Infine, la "stanza del tesoro" dove è possibile ammirare la più fedele ricostruzione tridimensionale al mondo della corona granducale oggi perduta; la sala fu interamente affrescata nel XVIII secolo.
Prima dell'uscita, il visitatore transita in una sorta di “cantinetta” per conoscere e acquistare i vini preferiti dei Medici, tutelati dallo specifico Bando emesso da Cosimo III già nel 1716.
Fonte: Museo de' Medici - Ufficio stampa
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