Cinquanta ragazzi di scuole superiori, ventiquattro professori che li accompagnano, due pullman. Con loro la Regione, rappresentata dalla vice presidente della giunta Monica Barni, tutti gli Istituti storici per la Resistenza toscani, alcuni amministratori locali.
La Toscana si prepara, nella settimana del Giorno del Ricordo, a partire di nuovo verso quel confine difficile che è stata la frontiera oggi con la Slovenia e ieri con l’ex Yugoslavia. “Un confine – si sofferma la vice presidente ed assessora alla cultura Monica Barni – ha sempre due margini, ma se attraversato e indagato nella sua complessità storica, mai facile, può divenire anche un punto di incontro e scambio tra storie e culture diverse, tra popoli e civiltà. E’ quello che in Toscana facciamo ad anni alterni: nei dispari il viaggio ad Auschwitz per il Giorno della Memoria, in quelli pari (dal 2018) nei luoghi delle foibe, dell’esodo e dell’esilio ma anche dei campi italiani per prigionieri slavi”. Un viaggio che inizia molti mesi prima, nella Summer school agostana che aiuta i professori ad approfondire la complessità del tema per poi farne oggetto di lezione e riflessione in classe con gli studenti, e che per questa edizione è proseguito, presenti sempre tutti gli insegnanti, con una visita ad ottobre al quartiere giuliano dalmata di Roma e all’archivio e museo storico di Fiume ospitato nella città.
“Investire sulla formazione, sulla conoscenza e l’acquisizione di un pensiero critico – conclude Barni - pensiamo che sia il vaccino più forte contro l’odio, l’indifferenza e la xenofobia. In questo modo storia e memoria diventano strumenti per costruire un contesto di riconoscimento reciproco e di ascolto”.
Il viaggio studio “Storia di un confine difficile. L’alto Adriatico nel Novecento” è organizzato dalla Regione Toscana assieme all’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, l’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea e il Ministero dell’istruzione e dell’università. Ragazze e ragazze, professori e rappresentanti istituzionali partiranno l’11 febbraio, per tornare a a Firenze la sera del 15 febbraio. Visiteranno il Sacrario di Redipuglia, per una riflessione sulla retorica della prima guerra mondiale. Visiteranno Trieste: in particolare il lager nazi-fascista della Risiera di San Sabba che è oggi monumento nazionale, la Narodni Dom e il Magazzino 18, ch e conserva gli oggetti di vita quotidiana e mai recuperati di tanti esuli italiani fuggiti dopo che Istria e Dalmazia furono assegnati alla Yugoslavia. Visiteranno il campo di concentramento di Gonars, in provincia di Udine, per i prigionieri slavi, la foiba di Basovizza sull’altipiano carsico triestino e Fiume e Pisino in Croazia. Si fermeranno al ritorno, in Toscana, anche a Laterina in provincia di Arezzo, dove sorse nel dopoguerra un campo profughi per gli esuli italiani, e a Renicci di Anghiri, dove il regime fascista aveva invece realizzato un campo di prigionia per slavi.
Le scuole che partecipano al viaggio arrivano da tutte e dieci le province toscane, con almeno due studenti (in genere di quarta o quinta) e un professore per ciascuna: dalla provincia di Arezzo il liceo Giovanni da San Giovanni di San Giovanni Valdarno, da Firenze l’Itis Galilei, l’Iis Sassetti-Peruzzi, il liceo scientifico Rodolico e l’Ipsar Saffi, l’Iis Chino Chini di Borgo San Lorenzo, il liceo scientifico “Il Pontormo” e l’Itc Brunelleschi di Empoli, l’Isis Galileo Galilei di Scandicci e l’Iiss Calamandrei di Sesto Fiorentino, da Grosseto il Polo liceale Aldi e l’Iis Leopoldo II di Lorena, da Livorno l’Itis Galileo Galilei e l’Isis Raffaello Foresi di Porto Ferraio, da Lucca l’Isi Sandro Pertini e l’Iis Carrara-Nottolini-Busdraghi, da Massa Carrara l’Iis Barsanti, da Pisa l’Iis Da Vinci Fascetti e l’Iis Santoni, da Pistoia l’Itis Marchi Forti di Monsummano Terme, da Prato l’Iteps Dagomari e l’Its Buzzi, da Siena l’Istituto tecnico agrario Ricasoli e il liceo scientifico Galileo Galilei.
Prima della partenza, lunedì 10 febbraio, giorno del Ricordo, il Consiglio regionale toscano si riunirà in forma solenne nel Teatro comunale di Laterina Pergine Valdarno, alle 11.30 della mattina. La scelta del luogo non è casuale, visto che il territorio ospitò nel dopoguerra ospitò un campo profughi di esuli giuliano dalmati.
Fonte: Giunta Regionale
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