Un piccolo spiraglio sembra aprirsi sulla questione dei buoni pasto che i dipendenti universitari utilizzano e che, con il cambio della società che gestisce il servizio, hanno visto quadruplicare i costi delle commissioni a carico di bar e ristoranti. Confesercenti Toscana Nord che, attraverso il suo sindacato di categoria Fiepet, aveva sollevato il caso raccogliendo l’allarme delle attività soprattutto della zona della Sapienza ha infatti incontrato l’Università. Caso esploso per le alte commissioni che la nuova società che gestisce i buoni pasti carica sulle attività commerciali che a loro volta hanno deciso di non prendere più i buoni pasti dell’ateneo pisano. Una questione che sta portando conseguenze negative sia ai commercianti che ai dipendenti dell’ateneo, da qui l’incontro in Rettorato dove l’associazione di categoria era rappresentata dal responsabile area pisana Simone Romoli e dal presidente del sindacato pubblici esercizi Fiepet Massimo Rutinelli; per l’ateneo presenti invece il direttore generale Riccardo Grasso e la responsabile Ufficio gare Elena Perini.
“Dobbiamo innanzitutto ringraziare l’Università per aver accolto così tempestivamente la nostra richiesta di incontro – ha spiegato Simone Romoli – affrontando così la questione nel merito. Questione che era da parte loro già a conoscenza visto per i dipendenti adesso con questi buoni pasto l’utilizzo è diventato più difficile considerando le commissioni che gravano sulle teste degli esercenti; commissioni che dal 5-6% con la precedente società, sono passati quasi al 20%. D’altra parte la gara è stata svolta attraverso la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana Consip sulla quale quindi l’ateneo pisano non ha margini di manovra”.
La notizia positiva emersa dall’incontro è però la disponibilità dell’Università di sollevare il problema su due livelli. Sottolinea il presidente Fiepet Massimo Rutinelli: “L’ateneo ci ha garantito che invierà due lettere ufficiali. La prima a Consip per sottoporre il problema delle conseguenze del bando, l’altro direttamente alla nuova società che gestisce i buoni pasto per informarla dei problemi che i dipendenti hanno nell’utilizzare i ticket con le nuove commissioni. Un passaggio formale che ci soddisfa e che seguiremo nel suo evolversi”. Ma l’azione di Confesercenti Toscana Nord non si ferma all’incontro con l’Università. Conclude Simone Romoli: “Abbiamo deciso di affidare al nostro sportello legale una attenta analisi del nuovo contratto che la nuova società a fatto firmare agli esercenti, per capire se tutto è in regola. Va detto tra l’atro, come evidenziato da molti operatori, che è stato fatto firmare negli ultimi giorni di dicembre dicendo che non ci sarebbero state differenze rispetto alla precedente gestione. Differenze che invece ci sono, visto che le commissioni sono quasi quadruplicate”.
Fonte: Confesercenti Toscana Nord
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