"Le narrazioni positive ci sono nelle Sacre Scritture e oggi i giornalisti devono ricoprire quel ruolo. Quindi ci possono essere storie di vangelo secondo gonews o secondo altre testate". Così il vescovo di San Miniato monsignor Andrea Migliavacca ha riportato il messaggio di papa Francesco in occasione della 54esima giornata mondiale delle comunicazioni sociali. L'occasione, inaugurata con un incontro conviviale assieme ai giornalisti dal predecessore Fausto Tardelli, è quella di San Francesco di Sales, patrono appunto dei cronisti. Nel messaggio del papa il contrasto è tra le buone novelle, portatrici di pace e di valori, contro "chiacchiere, pettegolezzi, violenza e falsità". Seguendo la seconda scia, "non si tesse la storia umana, ma si spoglia l'uomo di dignità", afferma il pontefice. E allora, "ogni storia, anche quella più dimenticata, può rinascere come capolavoro, diventando un'appendice del Vangelo", continua Francesco, citando tra le altre le Confessioni di Agostino, i Promessi Sposi del Manzoni e I fratelli Karamazov di Dostoevskij. Il vescovo ha voluto ricordare un caro amico, Andy Rocchelli, fotografo ucciso in un agguato in Ucraina nel 2014 a Sloviansk. "La storia della sua morte non è una bella storia. Ma Andy è morto mentre cercava di raccontare storie", spiega il vescovo. Dunque anche e soprattutto in situazioni tragiche come quelle di una guerra, il giornalista ha il compito di raccontare storie che abbiano un messaggio positivo. Un messaggio valido anche per chi ogni giorno utilizza i social network e veicola contenuti ad altre persone.
Elia Billero
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