'Per un'altra Santa Croce', mozione sul contrasto a usi e costumi etnici

(foto gonews.it)

MOZIONE per il contrasto sul nostro territorio di costumi, inconciliabili con il nostro ordinamento, sorretti da motivazioni etniche, sociali e religiose come quelli che prevedono, da una parte, l’insegnamento del corano ai minori con percosse e altri metodi violenti e, dall’altra, mutilazioni genitali femminili.

I sottoscritti consiglieri Alessandro Lambertucci, in qualità di capogruppo, Marco Rusconi, in qualità di vice-capogruppo, Vincenzo Oliveri, Benedetta Cicala e Valentina Fanella in qualità di Consiglieri del Gruppo Consiliare “Per un’altra Santa Croce”,

premesso - che in molte zone del pianeta, ammantati da motivazioni etniche, sociali, spesso religiose, permangono costumi che non e` possibile accettare senza provare orrore, disgusto e pietà, come l’insegnamento violento del corano e le pratiche di mutilazione genitale, dolorose, umilianti, cui sono sottoposte adolescenti e giovani donne; - che in tutta Italia si sono verificato moltissimi casi di insegnamento del corano a minori con percosse e altri metodi violenti che hanno provocato nelle giovani vittime lesioni sul corpo e crisi di pianto; pensiamo agli esempi non esaustivi di Santa Croce sull’Arno (Pisa), di Torpignattara (Roma), di Pieve di Soligo (Treviso) di Maniago (Pordenone), di Padova, di Milano (nella famosa via Quaranta); - chi ha letto il Corano sa che questo si applica alla lettera. Sono proibite e punite le sue interpretazioni. In particolare l’Islam respinge i principi della separazione tra Stato e religione, la democrazia e la sovranità popolare; respinge altresì la equivalenza di ogni e qualsiasi religione e la loro indiscutibile sottomissione e subordinazione alla Autorità dello Stato; esclude l'autodeterminazione personale in ambito religioso, sessuale e familiare; esclude la parità giuridica, nega l'eguaglianza di genere e il diritto fondamentale all'integrità fisica di ogni persona; ammette la schiavitù, ammette le pene Gruppo Consiliare Comune di Santa Croce sull’Arno corporali crudeli e la tortura, ammette la pena di morte, impone mutilazioni rituali ai minorenni; - che nel mondo musulmano, in linea generale, accanto alla scuola pubblica esistono due tipologie di scuole islamiche: le maktab, o scuole coraniche, dedicate all’istruzione religiosa di base, e le madrase, centri di studio avanzato; le maktab sono scuole di piccole dimensioni, spesso improvvisate, in cui si insegnano la lettura e la recitazione del Corano mentre madrasah indica istituzioni più organizzate. - che studi e pubblicazioni di eminenti esperti e sociologi mondiali confermano che nelle scuole coraniche del Bangladesh, del Pakistan o in Africa ed oggi anche in Europa il Corano si insegna a bambini piccoli con lezioni mnemoniche e con l’uso sistematico della violenza. - che i bambini hanno gli stessi diritti degli adulti di vedere rispettata la loro dignità umana e la loro integrità fisica e di ottenere dalla legge lo stesso livello di protezione. - che gli Stati membri del Consiglio d’Europa sono giuridicamente vincolati dalle convenzioni internazionali ed europee in materia di diritti umani e hanno l’obbligo di emendare i loro ordinamenti giuridici e di adottare provvedimenti educativi e di altro tipo destinati a vietare ed eliminare ogni punizione corporale nei confronti dei bambini, comprese quelle nel contesto familiare e scolastico. - che, allo stesso modo le mutilazioni vengono praticate da svariati gruppi etnici, dalla Costa ovest a quella est dell’Africa, nel sud della Penisola Araba, lungo il Golfo Persico e fra alcuni emigranti in Europa, Australia e Nord America provenienti da queste aree; - che le mutilazioni genitali femminili, ovvero la rimozione parziale o totale dei genitali esterni femminili, praticate in più di quaranta Paesi del mondo, lungi dall’essere abbandonate come pratiche disumane, avrebbero negli ultimi anni subito un incremento; - che alle mutilazioni vengono sottoposte adolescenti, bambine e neonate; - che si stima che più di 130 milioni di donne nel mondo siano state sottoposte a qualche forma di mutilazione genitale e che almeno due milioni di bambine ogni anno siano a Gruppo Consiliare Comune di Santa Croce sull’Arno rischio; - in base alla Convenzione sull’eliminazione di ogni discriminazione contro le donne, approvata dall’Assemblea generale dell’Onu nel 1979, "gli Stati devono prendere tutte le misure idonee, inclusa l’adozione di una nuova legislazione, per modificare o abolire le leggi esistenti, i regolamenti, i costumi e le pratiche che costituiscono una discriminazione contro le donne" (articolo 2) e "ogni misura appropriata per modificare gli schemi di comportamento sociale e culturale degli uomini e delle donne, al fine di eliminare i pregiudizi e le pratiche consuetudinarie che sono basate sull’idea dell’inferiorità o superiorità di uno dei due sessi e sui ruoli stereotipati di uomini e donne"; - che la Dichiarazione di Vienna, approvata a conclusione della II Conferenza dell’Onu sui Diritti umani, al paragrafo 9, parte 11, afferma che i "diritti umani delle donne e delle bambine sono una parte inalienabile, integrale e indivisibile dei diritti umani universali"; - che nel programma di azione approvato alla Quarta Conferenza dell’Onu sulle donne a Pechino nel settembre del 1995 tra gli obiettivi strategici, al punto C.2, "Rafforzare i programmi di prevenzione che migliorano la salute delle donne" si sancisce che tra le iniziative da assumere c’è quella di "rafforzare le leggi, riformare le istituzioni e promuovere norme e pratiche che eliminano la discriminazione contro le donne ed incoraggino le donne o gli uomini ad assumersi la responsabilità del loro comportamento sessuale e nella procreazione; assicurare il pieno rispetto per l’integrità fisica del corpo umano"; - che la Convenzione dell’Onu sui diritti del fanciullo di New York, ratificata con legge italiana il 2 novembre 1989, protegge anzitutto i diritti della bambina all’uguaglianza di genere (articolo 2) stabilisce che "gli Stati parti adottano ogni misura efficace atta ad abolire le pratiche tradizionali pregiudizievoli per la salute dei minori" (articolo 24.3); - che nella Carta Africana dei diritti e del benessere dei bambini, l’articolo 21 afferma che "i Paesi che ratificano la Carta dovranno prendere tutte le misure appropriate per Gruppo Consiliare Comune di Santa Croce sull’Arno abolire le pratiche consuetudinarie dannose per il benessere, la crescita normale e lo sviluppo del/della bambino/a ed in particolare: a) i costumi e le pratiche pregiudizievoli per la salute e la vita del bambino/a; b) i costumi e le pratiche discriminatorie per il bambino/a sulla base del sesso o di altro status"; - che nella dichiarazione finale della Conferenza su Popolazione e sviluppo del Cairo, settembre 1994, si richiede ai Governi di abolire le mutilazioni genitali femminili dove esistano e di dare sostegno alle Ong ed alle istituzioni religiose che lottano per eliminare queste pratiche; - che in una dichiarazione congiunta Organizzazione Mondiale della Sanità/Unicef/United Nations Population Fund le mutilazioni genitali femminili sono state condannate come "violazione di diritti umani fondamentali quali il diritto ad ottenere il più alto livello possibile di salute fisica e mentale ed il diritto alla sicurezza della persona"; - che l’8 marzo 1997, nel corso della "Giornata internazionale della donna nel mondo", il Comitato Inter-Africano sulle pratiche tradizionali che incidono sulla salute delle donne e delle bambine, fondato nel 1994 ed operante in 23 Paesi, ha lanciato un appello affinché "vengano interrotte le pratiche, che violando i diritti alla salute ed all’integrità fisica, deformano il corpo femminile e lo rendono permanentemente mutilato" e perché "non vengano utilizzate giustificazioni religiose per perpetuare queste mutilazioni";

e considerato - che in Italia vivono più di 38 mila donne infibulate o escisse e più 20 mila bambine appartenenti a culture che prevedono tradizionalmente una o entrambe le mutilazioni; - che la nostra Costituzione, all’articolo 32, "tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo" e sancisce il rispetto dell’integrità fisica della persona; Gruppo Consiliare Comune di Santa Croce sull’Arno - che il codice penale, articolo 582, nel libro dedicato ai delitti contro la persona, punisce con la reclusione (da sei mesi a tre anni), chiunque cagiona ad alcuno una lesione personale alla quale deriva una malattia nel corpo o nella mente; - che a Santa Croce sull’Arno risiedono e lavorano molte etnie provenienti da quei paesi dove, tradizionalmente, queste pratiche di insegnamento coranico e queste usanze delle mutilazioni alle bambine sono molto diffuse;

impegnano il Sindaco e la Giunta: - a predisporre una indagine conoscitiva locale sui metodi di insegnamento del Corano da parte della popolazione mussulmana residente e sulle pratiche violente come quelle delle mutilazioni genitali, avvalendosi dell’apporto delle associazioni rappresentative di immigrati, al fine di monitorare i possibili rischi di avveramento dei fenomeni sovra trattati anche nel nostro comune; - a promuovere una campagna di informazione, prevenzione e sensibilizzazione nei confronti dei cittadini extracomunitari residenti nel nostro paese sulle norme e sulle sanzioni previste per chi provoca danni all’integrità fisica del fanciullo evidenziando i danni futuri sul benessere psico-fisico che tali pratiche comportano, sempre nel più assoluto rispetto delle integrazioni etnico-culturali; - a garantire assistenza psicologica e tutela giuridica ai bambini e alle bambine che sono stati o che potrebbero essere vittime di tali brutali pratiche.

Fonte: Per un'altra Santa Croce

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