"Anche Vicofaro non si lega. Nessun dialogo con chi fomenta odio. Al termine della Messa la Domenica canteremo 'Bella Ciao'" ha scritto su Facebook Don Massimo Biancalani. La frase del parroco di Vicofaro (Pistoia) ha scatenato molte reazioni, tra cui quella della Diocesi di Pistoia. Biancalani è da sempre impegnato nella lotta al razzismo e nell'accoglienza dei migranti.
La Diocesi ha pubblicato una nota: "In chiesa nelle celebrazioni liturgiche non si possono eseguire canti inadeguati alla liturgia, come del resto il buon senso dovrebbe già far capire. Alla manifestazione pubblica di una posizione non corretta in campo ecclesiale purtroppo non si può che rispondere con un'altra pubblica e netta presa di posizione di biasimo nei confronti di un comportamento provocatorio assolutamente inopportuno e oltretutto controproducente, che arriva dopo ripetuti richiami a una maggiore attenzione all'uso dei social. La forza del Vangelo e della preghiera domenicale parlano a tutti e tutti interpellano: non hanno bisogno di appendici fuori luogo o di strumentalizzazioni e forzature, di qualunque segno politico. Le manifestazioni o le prese di posizione personali richiedono altri contesti e altri luoghi".
Marcheschi (FI) attacca Biancalani
“ Il proselitismo politico durante le funzioni religiose è quanto di più deprecabile possa esserci. In chiesa si va per pregare, per ritrovare la propria spiritualità, non certo per ascoltare indottrinamenti politici! La curia ha stigmatizzato il comportamento di don Biancalani come inopportuno, ma presumiamo che un sacerdote “militante” come lui si farà beffe del richiamo della Diocesi -attacca il Consigliere regionale Paolo Marcheschi - Non è inadeguato il canto, la canzone “Bella Ciao”, che il prete impone ai fedeli, ma don Biancalani stesso che utilizza l'abito talare per fare politica ”
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