Presentano false documentazioni per il rilascio del soggiorno: denunciati

Due cittadini della Repubblica Popolare Cinese, un uomo e una donna intorno ai 40 anni, si sono presentati al Front Office dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Pistoia per ottenere un permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, che avrebbe garantito loro la regolare presenza per cinque anni, con una serie di semplificazioni amministrative sulla loro possibilità di entrare e uscire dal territorio nazionale.

Tra i documenti necessari per tale tipo di permesso è previsto anche il possesso di un attestato che dimostri il superamento di specifici test sulla conoscenza della lingua italiana da sostenere e superare presso Enti o Istituti accreditati e convenzionati con il Ministero degli Affari Esteri: alla prima presentazione dell’istanza tale attestato risultava mancante e pertanto i due stranieri sono stati invitati ad integrare la loro richiesta e la loro pratica sospesa. I due si sono quindi presentati una seconda volta esibendo un attestato di frequentazione del corso di lingua italiana, apparentemente rilasciato da un rinomato Istituto universitario nazionale effettivamente convenzionato con il Ministero degli Affari Esteri.

All’operatore dell’Ufficio Immigrazion, però, e non è sfuggito comunque il fatto che la comprensione della lingua italiana da parte dei due extracomunitari era apparentemente inferiore a quella rilevabile dall’attestato da loro presentato e, quindi, ha nuovamente sospeso la pratica per verificare l’autenticità del loro documento.

Non solo l’Istituto ha misconosciuto l’atto, ma ha anche confermato che i due richiedenti non avevano mai nemmeno tentato di frequentare un corso presso di loro, risultando di fatto a loro completamente sconosciuti.
I due stranieri venivano quindi immediatamente deferiti all’Autorità Giudiziaria per i reati di uso di atto falso (art. 489 c.p.), falsa attestazione o dichiarazione a P.U. (art. 495 c.p.) e violazione dell’art. 5 del D.L.vo nr. 286/1998 in materia di rilascio del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, con richiesta di valutazione circa la loro espulsione giudiziale al termine del procedimento penale.

Lo stesso giorno è stato denunciato per i medesimi reati un cittadino nigeriano, un richiedente protezione internazionale e anch’esso poco meno che quarantenne, che ha pensato bene di presentare una dichiarazione di ospitalità completamente falsa: allo sportello dell’Immigrazione ha infatti consegnato un atto apparentemente firmato da due cittadini italiani che gli avrebbero concesso in affitto un immobile di loro proprietà, permettendogli quindi di regolarizzare la propria richiesta di soggiorno con un domicilio formalmente idoneo.

All’operatore dell’Ufficio Immigrazione non è sfuggita tuttavia la somiglianza tra la grafia della dichiarazione e la firma del richiedente, ed ha pertanto deciso di sospendere la pratica per verificare l’autenticità del documento.
Alla fine è risultato che lo straniero aveva infatti non solo redatto di proprio pugno la dichiarazione di ospitalità, ma vi aveva apposto anche le firme dei proprietari, allegando anche le fotocopie dei loro documenti d’identità; l’immobile è poi risultato occupato da altro soggetto e i proprietari hanno confermato di non conoscere l’extracomunitario, il cui domicilio effettivo rimane ignoto.

Anche nei confronti del cittadino nigeriano si è quindi proceduto alla denuncia penale e all’avvio del procedimento amministrativo finalizzato al rigetto dell’istanza e alla conseguente revoca del permesso di soggiorno di cui risultava al momento titolare.

Sono in corso accertamenti per comprendere come quest’ultimo si sia procurato le copie dei documenti dei due proprietari per scoprire eventuali complici, che rischiano denunce per reati ancora più gravi.



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