Stibbio, (antica Stibium) dei conti Cadolingi. Secondo Francesco Dini, nel suo “Dietro i nostri secoli” Edizioni Centro Editoriale e Grafico, 1979, i riferimenti al Castello di Stibbio e presumibilmente ad una corte signorile si trovano fin dal 1081. Per tutto il XII secolo fu un feudo pisano: prima per concessione di Enrico VI e poi di Ottone IV.
Nel 1144 fu messo sotto la protezione della chiesa da parte dei Della Gherardesca: Papa Lucio.
Secondo un documento del 1191, Stibbio era rammentato come castello insieme a Leporaia e Cigoli. Dal 1193 al 1219, fu feudo dei pisani per concessione di Enrico IV e di Ottone IV-
La parrocchia di S.Bartolommeo, che era annoverata come suffraganea nel noto estimo della diocesi lucchese del 1260, risentì delle vicende del castello e si trovò probabilmente senza rettore negli anni della crisi demografica. Può darsi, ma non è provato, che fossero i frati Umiliati di Cigoli ad officiare le funzioni e non è impensabile, che una loro conventicola si fosse stabilita nella località del Poggio a’ Frati sopra le Fornaci del Ponte a Egola.
Nel 1300, dopo la catastrofe dei Della Gherardesca i padroni di Stibbio furono i sanminiatesi.
Nel 1313 era alleato di Leporaja contro Montalto, e dovette subire gli attacchi e le distruzioni di Uguccione della Faggiuola capitano di ventura e signore di Pisa dal 1316 al 1318.
Il Castello di Stibbio fu dunque dominio pisano, come è rammentato nei diplomi concessi al Comune di Pisa dagli imperatori Federigo I e II, Arrigo VI, Ottone IV e Carlo IV e fu restituito ai Sanminiatesi dopo la pace conclusa in Napoli nel maggio del 1317.
Con l’imporsi del dominio fiorentino sul Valdarno inferiore, Stibbio fu dichiarato negli anni 1369-1371, soggetto al comune di Firenze, e fu inserito in una giurisdizione (che comprendeva Cigoli, Montebicchieri e Leporaja), direttamente soggetta al comune di Firenze. In quegli anni Stibbio si affacciava all’Arno e gestiva, una barca traettizia di notevole importanza per i collegamenti con Santa Croce e Castelfranco..
Nel XV secolo fu coinvolto dalla generale decadenza di tutta la zona, a causa del già nominato calo demografico, tanto che nel catasti fiorentinoi del 1427, esistevano nel distretto solo 18 famiglie; la chiesa era abbandonata e rovinata, l’officiatura era assicurata dai frati Umiliati di Cigoli. Oggi restano visibili le magnifiche struttura del castello, della chiesa e del palazzo cinquecentesco.