La storia di Carlo Levi in Lucania rappresentata al Teatro Romano

CARLO LEVI. CRISTO SI È FERMATO A EBOLI

Drammaturgia e Regia di

Andrea Mancini

Da un’idea di Gianluca Rosucci

Produzione

La Conchiglia di Santiago – Gi-Erre Communication

con

Paolo Giommarelli, Silvia Bagnoli

e con la partecipazione straordinaria di

Daniela Maccari

Musiche originali di

Riccardo Joshua Moretti

Venerdì 2 agosto 2019

Volterra, Teatro Romano, ore 21:30

Appuntamento con “Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli”, domani sera alle ore 21:30, al Teatro Romano di Volterra, nell’ambito del Festival Internazionale Teatro Romano Volterra. Da un’idea di Gianluca Rosucci, lo spettacolo, prodotto da La Conchiglia di Santiago - Gi-Erre Communication, con musiche originali di Riccardo Joshua Moretti, drammaturigia e regia di Andrea Mancini, ha tra gli interpreti Paolo Giommarelli, Silvia Bagnoli e con la partecipazione straordinaria Daniela Maccari, prima ballerina di Lindsay Kemp.

“’Carlo Levi. Cristo si è fermato a Eboli’ – si legge nelle note di regia - è la metafora di un viaggio interiore alla scoperta dell’identità, dentro la memoria stessa dell’autore, che ripercorre gli anni del confino nella parte più arcaica della Basilicata, fino alla successiva scoperta del Sud. Una sorta di ‘emigrazione al contrario’ di Levi artista, intellettuale e filosofo, che poco prima di morire, scrivendo ‘Quaderno a cancelli’, avvolto dalla cecità, ripercorre gli anni dell’esilio ad Aliano, fino a narrarne l’amore eterno. Un racconto in prosa arricchito dalla musica ebraica del Maestro Riccardo Joshua Moretti (tratta da ‘Song for Israel’ e ‘Reshimu’) e dalla danza sublime di Daniela Maccari (prima ballerina della Lindsay Kemp Company), interprete di un Sud senza tempo, che Levi lega al resto dell’Italia attraverso la sua figura.

La scenografia è tutta in un quadro dell’artista Andrea Meini che raffigura la foto segnaletica del 1935 di Carlo Levi condannato all’esilio, ma anche da numerose immagini e video di repertorio. Settanta minuti di spettacolo densi di una storicità realista e sognante che si fa portavoce di speranza e rinnovamento, che si alternano per raccontare la complementarità antitetica dei concetti di partenza e di ritorno, della scoperta e del mistero.

Levi, interpretato da Paolo Giommarelli passa dal buio della fascia sugli occhi, alla luce della Basilicata. L’attore, al centro della scena, ha gli occhi coperti da una benda, alla sua destra e alla sua sinistra si alternano o si sovrappongono immagini, racconti e letture da ‘Cristo si è fermato a Eboli’ e ‘Le Parole sono Pietre’. Insieme a lui è Linuccia Saba (interpretata da Silvia Bagnoli), la figlia di Umberto, compagna di tutta la vita, che evoca insieme a Levi gli anni della sua giovinezza, fino al momento dell’invalidità. Linuccia diventa via via tante donne legate in qualche modo a Levi, dalla madre, alle donne del sud, quelle lucane degli anni del confino, ma anche altre figure incontrate dallo scrittore in tempi successivi: tra queste Francesca Serio, la madre del sindacalista Salvatore Carnevale, ucciso dalla mafia.

Fonte: Festival Internazionale Teatro Romano Volterra

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