Conclusa la prima parte della messa in sicurezza dell'Archivio Bulgari

Si è conclusa la prima parte dell’intervento di messa in sicurezza e restauro dell’Archivio del gioielliere Costantino Bulgari, donato alcuni anni fa all’Università di Siena dalla figlia Anna Bulgari Calissoni. Il lavoro svolto sulla collezione, conservata ad Arezzo presso il Laboratorio di Storia e tecnica dell’oreficeria del Dipartimento di Scienze della formazione, scienze umane e della comunicazione dell’Ateneo - che ne ha già curato anche la catalogazione, la digitalizzazione e la pubblicazione online nel sito www.labor.unisi.it - è stato presentato oggi dal professor Paolo Torriti, direttore scientifico del progetto e del master sul Gioiello, dalla restauratrice Cristina Merelli e dagli sponsor, tra i quali Giovanni Raspini, e Quadrifoglio e Mariella Bertoneri.

L’Archivio Costantino Bulgari è una eccezionale raccolta di documenti su orafi e argentieri italiani dal Trecento all’Ottocento, frutto delle ricerche e delle campagne fotografiche condotte, tra la fine degli anni quaranta e l’inizio degli anni settanta del Novecento da Costantino Bulgari (1889-1973), studioso e collezionista di oreficeria, figlio del maestro argentiere greco Sotiris Voulgaris fondatore della BVLGARI, e artefice egli stesso, con il fratello Giorgio, dello sviluppo dell’azienda.

L’Archivio è costituito da schede cartacee di migliaia di bolli, innumerevoli relazioni su oggetti e argentieri italiani, divisi per regioni e città, stampe fotografiche dei bolli e dei manufatti, centinaia di negativi fotografici su pellicola, circa 2300 negativi su lastra vitrea e numerosi disegni su carta (circa 300) realizzati dallo storico designer di BVLGARI, Giovanni Valli, raffiguranti oggetti in argento citati e catalogati nell'archivio. Si tratta pertanto di una raccolta composita, estremamente eterogenea dal punto di vista dei materiali e di straordinario interesse storico ed artistico.

A fine 2018 è iniziata l’operazione di messa in sicurezza e restauro del corpus costituente l’Archivio Costantino Bulgari. L’incarico è stato affidato dall’Università a Cristina Merelli, restauratrice-conservatrice di materiale cartaceo e fotografico, sotto la direzione scientifica di Paolo Torriti, docente di Storia dell’arte moderna e direttore del Master in Storia, design e marketing del gioiello, nonché responsabile dello stesso Lab.or.

La prima fase del lavoro si è conclusa nel marzo scorso e ha previsto l’intervento diretto sui 37 faldoni dell’Archivio, contenenti indistintamente documenti cartacei di vario genere, circa 300 disegni, fotografie e negativi su pellicola. “Tra le principali cause di degrado dei documenti, siano essi materiali librari, archivistici, fotografici o altro – ha spiegato il professor Paolo Torriti - le più diffuse sono proprio le condizioni di conservazione e la cattiva qualità dei materiali conservativi. È fondamentale che i materiali a contatto con i documenti e le opere da conservare garantiscano un ambiente fisico-chimico stabile e sicuro, interferendo il meno possibile con essi e pertanto siano chimicamente inerti e se possibile privi di coloranti. Materiali, forma, struttura e dimensioni dei contenitori devono essere pertanto appositamente studiati sul singolo pezzo e per l’ambiente in cui esso è conservato. L’intervento sull’Archivio di Costantino Bulgari ha previsto la depolveratura superficiale del materiale, il riordino fisico e il condizionamento del materiale mediante la sostituzione delle scatole e delle cartelle con dei nuovi contenitori, appositamente selezionati e in alcuni casi realizzati manualmente con materiali di idonea grammatura e spessore e con caratteristiche chimico-fisiche specifiche per i singoli oggetti e l’apposizione sulle unità di conservazione di segnature appropriate per rispettarne le unitàarchivistiche e consentire l’ordinata e idonea conservazione e fruizione; inoltre –ha concluso Torriti – abbiamo redatto un elenco delle unità archivistiche che necessitano di restauro con indicazione del livello di danno, utile per programmare i successivi interventi di restauro conservativo”.

Le modalità conservative adottate e le caratteristiche dei contenitori selezionati offrono maggiori garanzie e minore aggressività nei confronti dei documenti, ne favoriscono la fruizione, garantendo nel contempo maggior sicurezza per la loro trasmissione al futuro.

Fonte: Università di Siena - ufficio stampa

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