Domenica 16 giugno alle 21.30, il Festivaldera - diretto da Marco D'Amore - si conclude con un gran finale con protagonista Luca Zingaretti all'Anfiteatro Triangolo Verde di Legoli (Peccioli). Il testo di Michele Santeramo “Poco più che persone” arriva all'ultimo capitolo, l'ultima prospettiva da cui raccontare una storia particolarmente forte. <<Sono partito da un dato di cronaca della polizia europea che denunciava la scomparsa di diecimila migranti o rifugiati minorenni – ha spiegato Santeramo -. Certo non tutti presi dalla criminalità, ma una gran parte, tra compravendite di nuovi schiavi e “portatori di organi”. Qualcosa che dimostra dal mio punto di vista come, al di là del progresso, certi costumi dell'uomo si ripetono uguali nel tempo. In questo caso il divario tra chi ha tantissimo e chi non ha nulla, crea la possibilità dei primi di aggiudicarsi la salvezza dalla morte certa, nel caso si parli di trapianti, o di crearsi una famiglia che sembrava impossibile, come nel caso delle adozioni illegali. Schiavitù che permangono in questo mondo progredito. C'è a mio parere bisogno di una morale, di un'etica differente, che entri a far parte delle riflessione delle nostre vite, ed è questo che mi ha spinto a trasportare questo fatto di cronaca in drammaturgia. In più mi interessava mettere il pubblico di fronte a persone normali che si trovano di fronte a certe necessità>>.
<<Dopo tre pagine del racconto di Santeramo ho chiuso il computer – racconta Luca Zingaretti -. Non potevo continuare. Forse perché sono un padre, forse perché mi considero in fondo un uomo giusto, non potevo continuare. La scrittura mi sembrava troppo feroce e troppo ributtanti le parole del protagonista. Ho pensato ‘non lo faccio, non posso interpretarlo’. Ma dovevo finire la lettura, un po’ per senso del dovere, un po’ perché la curiosità di capire dove sarebbe andato a finire mi aveva ormai ingabbiato. E più leggevo e più rimanevo catturato dal racconto e, alla fine, ho ribaltato completamente le mie considerazioni. Se è vero che l’interprete è quanto di più lontano da me, è anche vero che brutalmente è in grado di trascinarci in un mondo che non ha più verità incrollabili, dove l’interesse è giudice, dove il giusto è un punto di vista. Con una scrittura a tratti feroce, Santeramo ci fa vacillare, ci inquieta, ci tira giù da comode poltrone da giudici ed assolve ad una missione fondamentale del teatro, della scrittura e dell’arte tutta: non farci mai smettere di porci domande>>.
La regia di Lino Musella e le musiche composte ed eseguite dal vivo da Marco Zurzolo arricchiscono ulteriormente l'ultima serata, per una produzione firmata Fondazione Teatro della Toscana e organizzata da Fondazione Peccioliper, Fondazione Teatro della Toscana, The Other Theater, con il sostegno della Belvedere Spa e Fondazione Pisa. Info 3428234421 www.festivaldera.it).
Fonte: Ufficio stampa
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