Un toscano alla corte di Kim Jong Un, il dittatore della Corea del Nord. Lui si chiama David Putortì, è l’aiuto-regia della regista Pepi Romagnoli, che ha girato un documentario di viaggio a Pyongyang, capitale dell’inaccessibile Corea del Nord. Il documentario si chiama “Una gloriosa delegazione a Pyongyang” e sarà proiettato al Cinema Stensen (viale don Minzoni 25, ingresso 8 euro) domani, martedì 11 giugno, alle 21 alla presenza della regista Pepi Romagnoli.
Il film inizia il 25 aprile 2018, quando quattro amici partono per la Corea del Nord con l’intenzione di testimoniare, al di là dei pregiudizi, la vita del paese più enigmatico e più denigrato del mondo. La troupe cinematografica di Pepi Romagnoli e David Putortì li segue, la sola autorizzata a girare un film nella Corea del Nord, che proprio in quel momento vive l’emozione dello storico incontro dei due presidenti di Nord e Sud per la Corea Unita. Il loro viaggio termina il 1 maggio a Pechino, dove i quattro amici decidono di chiedere ai cinesi cosa ne pensano del Socialismo e di Karl Marx.
Seguendo lo stile tipico di un racconto che non vuole condizionare ideologicamente lo spettatore ma presentare la realtà dei fatti così come accade, il documentario lascia allo spettatore la riflessione e la scelta di decidere come pensarla su ciò che vede.
“E’ stato come essere dentro un Truman Show, non solo in termini negativi – ha detto il toscano Putortì, nato all’isola d’Elba ma cresciuto tra San Gimignano e Siena – E’ un popolo molto gentile, estremamente caloroso ed accogliente. Vivono in una specie di bolla isolati dalla realtà esterna, il loro orizzonte è costretto in questo mondo virtuale per certi aspetti commovente e per certi aspetti inquietante. Commovente e inquietante perché nella loro finzione sono sinceri, crescono sin da piccoli con il mito dell’imperialismo dei loro governanti e per loro sono disposti a sacrificare se stessi”.
Le riprese del film hanno casualmente coinciso con lo storico incontro tra Kim Jung-un e Moon Jae-in, i due presidenti della Corea del Nord e del Sud, che il 27 aprile si sono stretti la mano e abbracciati sulla linea di confine che divide il paese dal 1953, con l’obbiettivo di riunificare la Corea. “Tutto questo viene raccontato nel film – ha detto la regista Pepi Romagnoli - nell’eccezionalità dell’evento storico, che appartiene alla macrostoria e che s’intreccia con la microstoria dei percorsi personali ed emozionali dei nostri quattro amici, soprattutto nella loro relazione con i corani”.
Fonte: Ufficio stampa
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