Licenziata a maggioranza, questa mattina, in commissione Affari istituzionali presieduta da Giacomo Bugliani (Pd) la proposta di risoluzione sulla relazione annuale sull’attività svolta dal garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale nel 2018. L’atto che ha ricevuto il parere favorevole del Partito democratico e quello contrario della Lega, esprime apprezzamento per l’attività e i risultati 2018 del Garante. Si ribadisce, inoltre, l’impegno assunto con la legge regionale 19 novembre 2009, n.69 (Norme per l’istituzione del garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale), a contribuire ad assicurare la finalità rieducativa della pena ed il reinserimento sociale dei condannati e, più in generale, l’effettivo godimento dei diritti civili e sociali nonché la rimozione degli ostacoli al godimento di tali diritti all’interno delle strutture restrittive della libertà personale.
Franco Corleone ha presentato una relazione di luci ed ombre. Nonostante le cifre del sistema penitenziario toscano siano in ascesa e facciano parlare di “sovraffollamento e quindi di condizioni di vita più pesanti”, il garante definisce lo“scenario positivo” grazie “al lavoro preparatorio di questi anni che si va concretizzando” e grazie anche “ad un quadro complessivo di tutte le direzioni penitenziarie in Toscana”.
“Dagli oltre 4mila detenuti nel triennio 2011-2013 – ha detto il garante – si era passati ad un decremento delle presenze (grazie ai provvedimenti per ridurre il sovraffollamento in ottemperanza alla sentenza Torreggiani della Corte europea dei diritti umani) negli anni successivi con 3mila 260-3mila 280 unità ma dal 2017 vi è stata una nuova ripresa, che ha portato, al 31 marzo 2019, a 3mila 420 detenuti”.
Tra gli obiettivi raggiunti, Corleone ha ricordato i lavori per eliminare i servizi igienici a vista nella sezione femminile del carcere di Pisa; la chiusura della sezione “Chimera” ad Arezzo che ospitava collaboratori di giustizia di seconda fascia; l’inizio dei lavori di ristrutturazione di due padiglioni a Livorno dove è stata annunciata anche l’apertura della cucina dell’alta sicurezza. Tra le ipotesi strategiche si è parlato della costruzione del teatro stabile nel carcere di Volterra, della trasformazione del Gozzini di Firenze, oggi a custodia attenuata, in istituto per le donne. Per il miglioramento della tutela del diritto alla salute in ambito penitenziario, il garante ha evidenziato la necessità di iniziative per la riduzione del danno, la somministrazione gratuita di farmaci di fascia C, l’introduzione di piastre elettriche al posto dei fornellini a gas utilizzati nelle celle, la diffusione di prestazioni odontoiatriche per tutti, la ristrutturazione di cucine e mense, l’applicazione del regolamento penitenziario. Va affrontata poi la ‘questione’ San Gimignano, che assomma problemi strutturali, logistici e di mancanza di una direzione stabile.
Sulle sanzioni di comunità applicate in Toscana, Corleone ha dato una fotografia delle misure alternative e della messa alla prova, evidenziando un aumento dei soggetti in carico al servizio sociale penitenziario, in totale 8mila 160 nell’anno 2018 (rispetto ai 5mila 738 del 2015).
Uno strumento importante per la “tranquillità dei detenuti” – così l’ha definito Corleone – è la corrispondenza. Si tratta di “uno dei canali principali attraverso i quali il garante svolge la sua attività di tutela e grazie alla quale emergono le principali problematiche evidenziate”. Dalle missive spiccano non solo le richieste di aiuto nelle istanze di trasferimento, le denunce di violazione dei diritti e di condizioni inaccettabili del carcere, le richieste di supporto per la presa in carico sanitaria ma anche le azioni intraprese, che spaziano dall’interlocuzione con la direzione del carcere, con l’area educativa, l’area sanitaria, alle segnalazioni e richieste al Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria”.
La relazione presenta poi un quadro dei nuovi fronti d’impegno del Garante: il monitoraggio dei trattamenti sanitari obbligatori (Tso), che ha preso il via negli ultimi mesi del 2018 con la richiesta di dati all’Assessorato alla sanità sui numeri delle degenze, sui giorni di ricovero per ogni Tso e sull’eventuale uso della contenzione e la sua annotazione in appositi registri e il monitoraggio dell’uso e delle condizioni delle camere di sicurezza in dotazione alle questure e alle prefetture, della presenza sia del necessario per una permanenza dignitosa dell’arrestato sia delle informazioni finalizzate alla tutela dei suoi diritti.
Nel definire la relazione di Corleone “espressione di ideologie buoniste” e nel ribadire il voto contrario della Lega, Marco Casucci ha sottolineato i problemi di degrado infrastrutturale di alcuni penitenziari e di un sovraffollamento che“ormai si porta avanti da anni”. Il consigliere ha chiesto poi chiarimenti sul rapporto tra guardie carcerarie e detenuti. Fiammetta Capirossi (Pd) si è soffermata sul rapporto donne e bambini in carcere e Massimo Baldi (Pd), nell’esprimere voto favorevole, ha precisato che il lavoro del garante è quello di “assicurarsi che le misure restrittive rappresentino sì una pena ma che non scendano mai al di sotto di una soglia di qualità della vita che va garantita”.
È “una questione delicata” – ha concluso il garante – quella che riguarda gli agenti di polizia penitenziaria, si tratta un“lavoro difficile che manca di riconoscimento di prestigio sociale”. “Le guardie – ha aggiunto – vivono lontane dalle loro famiglie di origine, da qui il problema della continuità di presenza lavorativa; inoltre mancano abitazioni adatte”.
A margine della commissione il presidente Bugliani (Pd) ha ricordato che si tratta dell’ultima relazione annuale del garante poiché il suo mandato terminerà in autunno. Il presidente ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto da Corleone che ha saputo stimolare diversi interventi sul territorio come al carcere di Pisa, alla Rems di Volterra e al teatro nel carcere di Volterra. Infine, Bugliani ha ribadito che “il tema della struttura penitenziaria è una materia di competenza statale, ma che la Regione Toscana, con la figura di Corleone ha portato avanti un lavoro di sensibilizzazione a tutela dei diritti dei detenuti”.
Fonte: Consiglio Regionale - Ufficio stampa
Notizie correlate
Tutte le notizie di Volterra
<< Indietro