Ladri alla Giuliano Mazzuoli, il titolare: "Ho avuto voglia di piangere. Ignorate offerte non autorizzate"

Dopo il grave furto subito nella sua azienda, Giuliano Mazzuoli ha voluto scrivere una lettera aperta alla stampa. I ladri sono entrati a Sambuca di Tavarnelle e hanno aperto la cassaforte che proteggeva numerosi oggetti in oro e orologi. Ecco il testo integrale

"Il 12 maggio, per 96 anni, è stato il compleanno di mia madre. Il 12 maggio del 2019 c'è stato un violento attacco alle mie cose e al mio brand. Era domenica scorsa intorno alle 10 e per ragioni personali mi sono recato presso la sede della mia azienda, dove ho notato che stranamente c'era un portone aperto.

Dentro sembrava tutto a posto, ma per terra una sorta di asta lunga 3-4 metri, costruita con stecche di plastica collegate tra loro con del nastro adesivo, ha attirato la mia attenzione. Non capivo chi l'avesse fatta e a cosa potesse servire.

Non ero lontano dalla porta di accesso alla cassaforte, che era chiusa, ma il sistema di allarme era spento. Mi sono insospettito. Ho proseguito e sono andato verso un'altra stanza, di cui pochi conoscono l'esistenza. Era aperta e all'interno la luce era accesa: da dentro veniva un particolare e forte odore, come se
qualcosa fosse bruciato.

Una volta entrato, ho visto uno scenario di guerra. Non c’era più l'ombra dei miei orologi, ma solo detriti e orrore. Ho dato l'allarme alla famiglia e alle forze dell'ordine. Poi, a 72 anni, ho avuto voglia di piangere.

E quasi l'ho fatto chiamando e parlando con un amico, quasi un fratello maggiore, che conosce bene il mondo dell'orologeria e il quale mi ha incitato a reagire. Perché la brutta cosa accaduta è comunque la dimostrazione del valore e dell'interesse che c'è intorno ai miei orologi.

Non credevo che il Manometro destasse l'attenzione di malviventi così determinati a portarseli via. Ho scoperto dopo che quella strana asta di 4 metri era stata usata per neutralizzare e poi distruggere il sistema di allarme. Ce l'ho ancora negli occhi.

Quell’odore dovuto ai dischi del flessibile trovati per terra che si bruciavano consumandosi, tagliando le pareti della solida cassaforte. Ce l'ho sempre nel naso, è ancora presente nella stanza. Sono state divulgate immagini relative all'accaduto: mi spiace, perché dalla mia azienda non sono mai partite immagini dell'orrore. Ma soltanto immagini di bellezza.

Chiudo con un consiglio, che mi sento di dare a tutti coloro che sono interessati a un "Giuliano Mazzuoli". Ovvero ignorare offerte provenienti da annunci o persone non autorizzate."

Notizie correlate



Tutte le notizie di Barberino Tavarnelle

<< Indietro

torna a inizio pagina