La candidata sindaca della coalizione Buongiorno Empoli Beatrice Cioni ha incontrato al circolo di Avane i rappresentanti dello Spi Cgil, il sindacato dei pensionati e i cittadini. All’incontro hanno preso parte Silvano Pini, segretario Spi-Cgil per l’Empolese Valdelsa e Pietro Bufano del direttivo Spi Cgil. Tanti i temi affrontati ma soprattutto le proposte messe sul tavolo, per far si che la Empoli del futuro rivolga uno sguardo anche alle categorie più fragili e agli anziani.
“Viviamo in un tempo in cui spesso ci si dimentica dei più fragili - spiega la candidata sindaca Beatrice Cioni -. La nostra idea di città è quella di un luogo in cui gli anziani possono vivere senza sentirsi soli. Un luogo in cui combattere la solitudine, che è uno dei problemi più forti che si stanno proponendo negli ultimi anni. E la solitudine si combatte promuovendo attività sociali, i luoghi di aggregazione. Da sempre, nel nostro territorio i luoghi di aggregazione, per le persone anziane, sono stati i circoli Arci. Oggi questo accade sempre meno con gli spazi che si riducono e con le privatizzazioni. Nei pressi del centro ad esempio, un circolo Arci manca. E in questo senso speriamo che la Cgil faccia un pensiero a quell’immobile in via Roma, ormai chiuso da anni, per ridare vita alla città e alla gente che la abita. Quell’edificio può essere una grande risorsa e la sua riqualificazione e utilizzo per l’aggregazione sociale deve essere al centro del rapporto che il sindacato deve avere con la città”.
Oltre che alla valorizzazione dell’immobile Cgil come luogo di aggregazione sociale sono tanti i progetti per gli anziani che la candidata sindaca Cioni vuole mettere in atto. Stigmatizzando anche misure come il controllo di vicinato, sistemi di cooperazione tra condomini che potrebbero essere trasformate più che per controllare il territorio, mansione che spetta alle forze dell’ordine e agli agenti di Polizia Municipale (se fossero nelle condizioni per lavorare bene), per aiutare chi è in difficoltà.
“Penso ad un cohousing per la terza età sul modello di quello di Lastra a Signa - spiega ancora Cioni – ma anche allo sviluppo di comunità “Dementia Firendly”. Sì, in alcuni paesi d’Italia sono stati portati avanti dei progetti in cui alcune figure della città, dagli agenti di Polizia Municipale agli esercenti hanno partecipato a della formazione per poter conoscere la demenza senile, e poter interagire e aiutare i cittadini che ne sono rimasti colpiti e che hanno il diritto di continuare fino a che possibile di vivere una vita sociale”.
Fonte: Ufficio stampa
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