Mercoledì 1° maggio alle 21,00, dopo il suono della campana della chiesa di S. Stefano, tornano a Capraia Fiorentina i “fochi di Santa Grania”, dedicati a una piccola martire del IV secolo d.C., probabilmente uccisa durante le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano.
Per vederli, basterà raggiungere Capraia in zona Mazzantini, Castello, piazza Dori, parco di via Verdi, punti strategici in cui generalmente i capraini ripetono un rito che va avanti da oltre tre secoli.
SANTA GRANIA:
Il suo corpo si trovava nelle catacombe romane di S. Agnese fino al 1646 quando, per ordine del Papa Innocenzo X (1574-1655) che intendeva fare un regalo a Mons. Baccio Aldobrandini, che aveva come amico il parroco di Sollicciano di origine capraina don Nicola Gufoni, fu estratto e donato al prelato fiorentino.
Non si sa esattamente come il corpo di S. Grania sia giunto a Capraia, ma risulta certo che fosse nel borgo di origine medievale già nel 1652. Inizialmente, fu conservato nella cappella della Villa di Bibbiani, di proprietà dei marchesi di Capraia Frescobaldi, ma ben presto i capraini intesero proteggere le reliquie nella propria chiesa, devoti alla Santa per i tanti miracoli che, secondo la tradizione, avrebbe realizzato per salvare in particolare i bambini.
Varie erano le forme con le quali si invocava la protezione della Santa: esisteva, per esempio, un “cuscino di Santa Grania” dai poteri taumaturgici, che veniva posto sotto la testa degli agonizzanti e dei malati gravi. I fiori benedetti nel giorno della festa e conservati venivano inoltre sparsi al vento durante le giornate burrascose per placare i più cupi temporali. Durante la seconda guerra mondiale, le donne di Capraia le affidarono i propri cari che erano al fronte, mettendo le fotografie di questi vicino all’urna della Santa.
Si racconta che il corpo della Santa, portato più volte a Bibbiani di giorno, notte tempo facesse sempre ritorno a Capraia, a dimostrazione del legame speciale tra la comunità e Grania.
I fochi, invece, accesi la sera del 1° maggio di ogni anno dalle famiglie capraine lungo l’Arno, le pendici del Castello e vicino alle proprie case, con fascine di legna appositamente preparate nelle settimane precedenti, fanno riferimento alle torce e alle fiaccole utilizzate dalla popolazione per cercare S. Grania quando scomparve nel passato.
Fonte: Comune di Capraia e Limite - Ufficio stampa
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