“La sentenza del Tar di Firenze è allarmante e conferma le gravi criticità, già rilevate da Arpat, nella gestione e smaltimento dei rifiuti liquidi da parte del Consorzio “Cuoiodepur spa” che si trova a Ponte a Egola nel comune di San Miniato. Nella sentenza si riporta che “Cuoiodepur” ha proceduto a scaricare senza trattamento, nel fosso adiacente l’impianto che si immette nel rio Malucco affluente del fiume Arno, in media 3.200mc quotidiani di reflui civili -dichiara ilConsigliere regionale Paolo Marcheschi- Inoltre il Consorzio ha accettato nel proprio impianto 7mila tonnellate al mese di rifiuti non consentiti alcuni dei quali con concentrazioni elevate di cloruri, ma anche rifiuti liquidi con concentrazioni di inquinanti e di sostanze pericolose (arsenico, cadmio, cromo esavalente, mercurio, piombo, selenio) superiori ai limiti previsti dalla normativa nazionale e interna. Dalle rilevazioni Arpat è emerso poi che “Cuoiodepur” ha accettato rifiuti liquidi che non rispettavano i criteri di conformità analitica per alcune sostanze pericolose concretizzando il reato di smaltimento illecito di rifiuti oggetto di comunicazione all’autorità giudiziaria. Ho presentato un’interrogazione orale urgente al Presidente Rossi per conoscere quali misure la Regione abbia messo in atto per tutelare la salute dei cittadini e dell’ambiente considerata la pericolosità dei liquidi senza trattamento dal Consorzio in questione. E’ schizzofrenico e irresponsabile il comportamento del Governatore che, nonostante gli illeciti segnalati da Arpat, abbia, con una seconda ordinanza del 18 aprile 2019, incluso “Cuoiodepur” tra gli impianti che in deroga potranno trattare le acque nere degli insediamenti civili a fronte dell’incapacità della Giunta di gestire in modo definitivo l’emergenza spurghi che si è puntualmente ripetuta”.
Il Consorzio “Cuoiodepur” gestisce un impianto di depurazione dei reflui, anche urbani oltre che industriali nonché altri liquami detti “extraflussi”, attualmente partecipato anche dai Comuni di San Miniato e Montopoli Valdarno.
Fonte: Ufficio stampa
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