I provvedimenti cui hanno fatto ricorso alcune Regioni per fare fronte alla carenza degli organici nelle strutture di pronto soccorso degli ospedali hanno alimentato confronti animati ed anche polemiche infuocate. Le soluzioni adottate sono state diverse: il reclutamento di medici pensionati; l'impiego di personale proveniente da altri paesi; l'integrazione dei medici di medicina generale – ma solo i massimalisti – per i casi in codice bianco; l'assunzione con contratti di formazione-lavoro di neolaureati non specializzati.
La cifra comune è il tentativo di rimediare tempestivamente ad un problema che potrebbe concretamente impedire il funzionamento delle strutture deputate all' accettazione ed a rispondere all'urgenza - ovvero il funzionamento degli ospedali stessi. In realtà, si tratta di soluzioni che percorrono ed aprono strade che comportano ricadute molto diverse. In questo scenario complesso emergono con forza due elementi: la carenza numerica così diffusa degli organici e la profonda difformità delle soluzioni. Entrambi documentano un'assoluta mancanza di capacità di programmazione e di coordinamento in primo luogo fra Miur e Ministero della salute ed in secondo luogo fra le Regioni. Insipienza o avvio di un processo disarticolazione delle peculiarità contrattuali della sanità pubblica? Visto che il tutto ha del surreale, la domanda appare più che legittima.
Quanto deliberato in materia dalla Regione Toscana, cioè l'assunzione di laureati senza specializzazione con contratti di formazione-lavoro, ha dei punti di forza e dei punti di debolezza. I punti di forza sono: la temporaneità dichiarata in attesa di soluzioni definitive per il superamento dell'attuale criticità; la valorizzazione delle potenzialità formative del personale e delle strutture ospedaliere; l'integrazione contestuale con l'espletamento di procedure concorsuali per specialisti in medicina interna e discipline equipollenti; il sostegno (anche economico) alla professionalità del personale che opera nel Pronto Soccorso. I punti di debolezza sono: il ritardo con cui è stato affrontato il problema; l'ulteriore asimmetria che si viene a creare sul piano contrattuale fra i neoassunti e gli altri operatori medici, un buon numero dei quali anche in regime di para-subordinazione.
Per questo, in una nota inviata in Regione il 12 aprile in risposta ad una richiesta di commento ed integrazione al materiale pervenuto in bozza, la Fp Cgil Medici e Dirigenza del Ssn della Toscana ha ribadito il carattere emergenziale e temporaneo del provvedimento presentato ed ha posto come punto imprescindibile il superamento delle diversità di rapporto giuridico attraverso l'unificazione contrattuale nell'area della dirigenza per tutto il personale medico che opera nei Pronto Soccorso.
Corrado Catalani, Coordinatore Fp Cgil Medici e Dirigenza Ssn della Toscana
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