La commissione istituzionale per le politiche europee e gli affari internazionali, presieduta da Tommaso Fattori, ha incontrato questa mattina una delegazione curda guidata dal presidente della Comunità toscana Erdal Karabey . Era presente anche la vicepresidente della commissione Elisabetta Meucci.
Nel corso dell’incontro è stato ricordato che lo scorso 15 febbraio ha segnato il ventesimo anniversario dell’arresto di Abdullah Öcalan, che ha da pochi giorni compiuto settantuno anni. Il leader del popolo curdo è prigioniero dal 1999 nel carcere di massima sicurezza di Imrali, un’isola nel Mar di Marmara sotto il controllo della Turchia. Dal luglio del 2011 non può incontrare i suoi avvocati. Dal 2015 la sua famiglia ha potuto fargli visita una sola volta. Lo stato di emergenza introdotto nel paese dal 2016 vieta a tempo indeterminato e senza eccezioni l’uso di tutti i sistemi di comunicazione come lettere, fax, messaggi, chiamate.
La delegazione ha sottolineato che la deputata dell’Hdp (Partito democratico dei popoli) Leyla Gűven, arrestata, nel novembre del 2018 ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro l’isolamento di Öcalan. La sua iniziativa si è diffusa rapidamente dalle carceri del paese agli attivisti di tutto il mondo e che oltre dieci milioni di persone hanno firmato l’appello internazionale per la libertà del leader curdo.
Il presidente della commissione Tommaso Fattori ha osservato che nella lista della Corte di Strasburgo, la Turchia è prima fra i Paesi che violano i diritti umani. Oltre alle restrizioni alla libertà di espressione e dei media, l'incarcerazione di parlamentari, ex parlamentari e rappresentanti locali eletti dell'opposizione,
l’annosa condizione di completo isolamento carcerario di Abdullah Ocalan, a suo giudizio, è una vera e propria forma di tortura nei confronti di un oppositore politico, che non può essere in alcun modo tollerata.
Per questo ha annunciato che sarà attivato il Consiglio regionale per chiedere che si interrompa il trattamento disumano riservato ad Ocalan e sia garantito il pieno rispetto dei diritti umani e dei diritti delle detenute e dei detenuti sanciti dalla legislazione internazionale e dalla stessa legislazione turca. Il presidente ha aggiunto, inoltre, che, sulla scorta di una decisione già adottata dall’assemblea toscana, c’è l’impegno ad attivare finalmente i ’legati di amicizia’ con alcune zone del Kurdistan turco e siriano.
La vicepresidente della commissione Elisabetta Meucci ha dichiarato che il grande tema della difesa dei diritti umani e politici di tutti, e in particolare delle minoranze, costituisce da sempre un tratto distintivo della nostra Regione e che l’amicizia della Toscana con il popolo curdo viene da molto lontano. A suo giudizio l’incontro di oggi continua a testimoniare la vicinanza ed il sostegno alle ragioni di chi lotta da decenni per affermare i propri diritti.
Fonte: Toscana Consiglio Regionale
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