Seus verso il modello regionale, il convegno a Empoli

Il Servizio di Emergenza Urgenza Sociale (Seus) h24 attivo 365 giorni per problematiche sociali complesse di natura emergenziale, fa della Ausl Toscana centro una delle esperienze più importanti a livello italiano nel campo dei modelli organizzativi di pronto intervento sociale.

A un anno da quando il Seus è partito come servizio operativo nella maggioranza dei suoi territori, la Conferenza dei Sindaci della Asl Toscana centro e Anci Toscana organizzano giovedì 18 aprile (dalle 9 alle 13) a Empoli, al Palazzo delle Esposizioni, un convegno dal titolo “Seus verso il modello regionale”. Il confronto fra gli operatori servirà a capire come l’esperienza sperimentata nella Ausl Toscana centro possa fare da base di partenza nell’evoluzione verso un modello toscano.

L’incontro è organizzato in una prima sessione dedicata agli aspetti metodologici e culturali alla base del modello, oltre che al confronto con le altre esperienze, come il Pronto Intervento Sociale (Pris) di Bologna, e in una seconda sessione sulle prospettive del modello in Toscana. Il Seus dell’Azienda sanitaria sarà introdotto da dal direttore dei Servizi sociali dell’Azienda, e illustrato da Andrea Mirri, responsabile tecnico scientifico del progetto nonché coordinatore del servizio, alla presenza dell’assessore regionale per il diritto alla salute, del direttore generale, della presidente della Conferenza Aziendale dei Sindaci e della presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali.

Il Seus utilizza l’esperienza positiva che si è maturata in circa otto anni nella zona di Empoli Valdarno Inferiore e Valdelsa e che si è poi allargata alle altre zone, apartire dal dicembre 2017, ovvero la Valdinievole, la Fiorentina nord ovest, la Fiorentina sud est, Pistoia e Prato. Il Seus, quindi, promosso e coordinato dal punto di vista tecnico-scientifico dal Dipartimento del Servizio Sociale dell’Azienda Usl Toscana centro, è stato sostenuto e finanziato dalle Società della Salute e dalle Amministrazioni Comunali aderenti.

La formazione degli assistenti sociali dei servizi sia comunali che aziendali è stata completata in tutte le aree territoriali dell’Azienda dove il servizio è attivo.

La metà degli utenti del Seus non conosciuti dai Servizi Sociali territoriali

Dai primi dati rilevati emerge che il 48%, quasi la metà quindi degli utenti che si rivolgono ai Servizi sociali territoriali, non sono conosciuti dai Servizi sociali, persone dunque che prima o poi avrebbero fatto ricorso o a una struttura di emergenza come i Pronto Soccorso o che si sarebbero rivolte alle forze dell’ordine. In questo senso i dati rafforzano il valore di prevenzione che il Seus rappresenta.

Gli altri dati che emergono sono il numero più alto di italiani (439) rispetto agli stranieri (370) che hanno fatto ricorso al servizio e per analisi di genere il numero maggiore di donne (520) sugli uomini (348). Quanto agli interventi effettuati sulle persone nel 2018 nei territori dell’Azienda, a fronte di 941 persone prese in caricosono stati complessivamente 991 gli interventi effettuati: considerata la complessità dei bisogni che vengono espressi da alcune categorie di cittadini, più interventi sono stati realizzati anche sulla stessa persona. Le schede aperte, cioè i processi di soccorso attivati, sono state 697.

Le problematiche sociali più ricorrenti

Figura con la denominazione di Criticità e abbandoni, la problematica sociale più ricorrente (361 persone segnalate). Si tratta, cioè, di situazioni di grave disagio personale che riguardano adulti senza rete familiare o sostegno sociale, con anche problematiche correlate a disagio psichico o dipendenze. Seguono i Minori esposti a rischio di maltrattamenti e abusi (209 persone segnalate), il Codice Rosa (182 persone segnalate), la Non autosufficienza (161 persone segnalate).

Dai dati a disposizione, risulta anche che le problematiche legate alla Povertà (193 persone segnalate) si collocherebbero al terzo posto. Ma va segnalato che questo dipende dal fatto che il dato si riferisce quasi esclusivamente alla sola zona di Empoli. Infatti quello della povertà risulta essere il fenomeno più significativo nell’esperienza dei servizi sociali, e quindi necessita di un approccio estremamente graduale e di un contesto organizzativamente maturo; ad oggi, quindi, il Seus ha potuto, in via sperimentale, affrontarlo in maniera più completa solo in tale zona, per poi prevedere un successivo ampliamento di tali interventi anche nelle altre zone aderenti.

Il direttore dei Servizi Sociali dell’Azienda sottolinea che il Servizio per l’Emergenza Urgenza Sociale si qualifica, nell’ambito del servizio sociale, come servizio che riconosce il principio di universalità e pari opportunità, che promuove una nuova modalità di accesso ai servizi e di accompagnamento all’uso degli stessi, una logica preventiva svolgendo un’azione di forte impulso ad una costruzione e lettura attenta e partecipata di mappe di vulnerabilità sociale di un determinato territorio, che intercetta nuovi bisogni e promuove una nuova vision nelle modalità organizzative e nelle metodologie di lavoro del servizio sociale. Infine – conclude il direttore - contribuisce a costruire una rete integrata socio-sanitaria tra servizi pubblici e agenzie territoriali attraverso il coinvolgimento e la collaborazione del Volontariato e del Terzo Settore.

Il Seus è un servizio di secondo livello raggiungibile, da parte di soggetti segnalanti pubblici titolati, tramite numero verde dedicato gratuito. La rete dei segnalanti è costituita dai Servizi Sociali sia di area comunale che aziendale, come anche dalle realtà della cooperazione sociale (educatori, assistenti domiciliari) che sono collegate con i Servizi sociali, dal sistema dei Pronto Soccorso aziendali che segnalano e dalle forze dell’ordine con le quali il processo di informazione, a parte quello oramai consolidato con la Polizia municipale, è tuttora in corso.

Il Seus ha un obiettivo più ampio che propone uno sviluppo sul piano culturale, metodologico, di valorizzazione delle competenze e di sviluppo delle reti locali integrate; rappresenta una nuova modalità dei servizi sociali di collocarsi sul terreno delle politiche di welfare e quindi una sfida prima sul piano culturale che organizzativo-operativo, capace di offrire nuove modalità di accesso al cittadino, una maggiore rispondenza dei servizi ai bisogni della cittadinanza, in particolare nelle situazioni di maggior difficoltà, di crisi e di emergenza sociale, h 24.

Fonte: Ausl Toscana Centro - ufficio stampa

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