Si può essere denunciati e condannati anche per i commenti ai post di Facebook. È quanto accaduto a sette pesciatini adulti, che hanno postato commenti offensivi alla dignità e alla reputazione degli agenti di polizia municipale di Pescia , probabilmente a causa di alcune multe elevate nei loro confronti.
Gli agenti, vista l’insistenza di queste offese, hanno presentato denuncia per queste persone e i giudici hanno confermato che anche i commenti ai post sulla piattaforma social più utilizzata ai nostri tempi rientrano nella normativa della diffamazione a mezzo stampa, che prevede condanne fino a un anno di reclusione e diverse migliaia di euro di multa.
Al momento il procedimento è giunto a conclusione per uno che ha patteggiato quattro mesi di reclusione, condannandone due, in attesa che anche per gli altri quattro si arrivi al primo grado di giudizio.
I fatti risalgono al 2017 e il comandante Luigi Giordano si è visto costretto alla denuncia per tutelare il buon nome del corpo degli agenti pesciatini, che svolgono con grande professionalità e dedizione il loro lavoro, dopo il ripetersi di commenti offensivi e sgradevoli.
Sulla vicenda è intervenuto il sindaco di Pescia Oreste Giurlani, che ha fin da subito espresso solidarietà alle vittime delle offese. “ Queste condanne devono fare riflettere chi usa con troppa disinvoltura i social network per lanciare offese gratuite e minare la credibilità altrui- commenta il primo cittadino-. La polizia municipale non merita che certi “hater” si accaniscano contro il prezioso lavoro quotidiano che svolgono gli agenti e quindi sono felice che i giudici abbiano ravvisato gli estremi per le condanne. Fra l’altro la rinuncia alla richiesta di qualunque forma di risarcimento da parte degli agenti di polizia municipale dimostra ancora di più la correttezza e la buona fede di persone che svolgono un ruolo importante per la comunità. Purtroppo i social network sono utilissimi se vengono usati con civiltà e correttezza, ma anche pericolosi per certi comportamenti che vanno a colpire nell’intimo le persone. Mi auguro che anche su queste piattaforme si rispetti la correttezza e la legalità e credo che la magistratura faccia bene a essere severa con chi trasgredisce”.
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