È stata licenziata a larga maggioranza, senza voti contrari, questa mattina, la proposta di legge di iniziativa consiliare, primo firmatario Gianni Anselmi, “Nuove disposizioni in materia di commercio su aree pubbliche” che modifica il codice del commercio ambulante. Sono stati 24 i voti favorevoli e 13 le astensioni.
Pur apprezzando nel complesso l’impianto della legge, la consigliera Luciana Bartolini ha motivato l’astensione del proprio gruppo, esprimendo alcune perplessità sul rinnovo delle concessioni che avrebbe preferito fosse decennale e non dodecennale e sullo spirito delle sanzioni ritenute troppo permissive per chi viola la legge. Nota positiva, invece, per la possibilità di assegnare una percentuale dei posteggi ai giovani in modo da favorire il ricambio generazionale e incrementare l’imprenditorialità giovanile.
Troppa fretta nel varare questa legge ritenuta né comprensibile né ragionata a sufficienza dalla consigliera regionale Irene Galletti e della quale non si sentiva la necessità per colmare una vacatio legis in quanto esiste un regime transitorio. Galletti ha manifestato perplessità verso l’alleggerimento del regime delle sanzioni che, invece, dovrebbero avere più potere dissuasivo. Condivisione, invece, per il reinserimento nel codice del commercio dei requisiti, venuti meno con le norme statali, di onorabilità e professionalità per i venditori ambulanti nel rispetto del principio di uguaglianza e tutela del consumatore. Sul rinnovo di 12 anni, Galletti ritiene che strida con il dettame nazionale di 10 anni.
Condivisione verso una legge che osa e che porta avanti con i tempi è stata espressa da Marco Stella. II vicepresidente del Consiglio regionale vede in modo positivo il rinnovo tacito di 12 anni, ribadendo la sacralità del lavoro di ambulante difficile e faticoso. Stella sottolinea l’importanza che quell’attività sia stata esclusa dalla Bolkestein (direttiva n. 2006/123/CE). Ricorda inoltre che questo commercio in Toscana vale un giro di affari di un miliardo, conta 700 mercati con oltre 15mila addetti. Un aspetto perfettibile, secondo il consigliere, riguarda l’innovazione ancora poco presente, si poteva inserire la turnazione giovanile per dar loro la possibilità di accedere, attraverso i bandi, in modo gratuito e a rotazione, alle postazioni.
Un atto coerente con una storia di impegno della Regione Toscana su questi temi lo ha definito Marco Niccolai nel ribadire l’importanza di colmare quel vuoto normativo creatosi nelle norme sul commercio ambulante. Per il consigliere era doveroso intervenire a tutela e per dare certezze a un settore ritenuto parte essenziale non solo del tessuto economico, ma anche dell’identità toscana.
Sensibilità condivisa da parte di tutte le forze politiche verso questo atto e nei confronti di una categoria dal forte valore sociale forse in passato trascurata, è stata sottolineata da Paolo Bambagioni. Il consigliere ha rilevato con soddisfazione che si tratta della prima legge regionale italiana che legifera su un argomento modificato nel 2018 e che non solo recepisce ciò che il governo nazionale ha introdotto ma fa scelte precise come quelle del rinnovo tacito o dell’alleggerimento di alcune sanzioni.
Tra gli aspetti positivi evidenziati da Tommaso Fattori i criteri per l’assegnazione dei nuovi posti per i giovani mentre tra le negatività l’alleggerimento del regime sanzionatorio. Per il consigliere si poteva fare qualche passo in più, ad esempio prevedere una premialità per gli ambulanti storici, legata anche alla qualità, privilegiando i prodotti artigianali, a chilometri zero così da prevenire fenomeni di degenerazione e di perdita qualitativa.
Una legge che cerca di portarsi avanti e che dà risposte ai lavoratori in attesa di certezze, secondo Monica Pecori, che esprime un giudizio nel complesso positivo anche sul regime sanzionatorio.
Anche Paolo Marcheschi ritiene l’atto un tentativo di dare certezze a un settore. L’urgenza effettiva, per il consigliere, era riassumibile in tre punti: l’adeguamento alla normativa nazionale con l’esclusione degli ambulanti dalla Bolkestein, usare una linea di indirizzo univoca per i bandi e l’assegnazione ai Comuni e chiarire l’applicazione delle sanzioni.
A chiudere il dibattito l’intervento del presidente della commissione Sviluppo economico, Gianni Anselmi, che ha ribadito l’importanza della buona concertazione nel percorso di approfondimento e analisi verso la legge ispirata a quell’idea di commercio vivo e vitale che anima i nostri centri. Anselmi ha ribadito la necessità e l’urgenza di un intervento normativo che colma un vuoto. Il presidente spiega che la celerità era necessaria, tra l’altro, per evitare che i requisiti di onorabilità e professionalità, venuti meno con le norme statali, restassero inapplicati ai venditori ambulanti e per dare ai Comuni criteri per l’assegnazione dei posti vacanti.
Anselmi ha ribadito che si tratta della prima proposta di legge che un Consiglio regionale assume in questo settore, fatta con la convinzione che la qualità dei mercati transiti dalle certezze date agli operatori.
Infine, sulle risorse il consigliere regionale ha ricordato che con la Giunta in bilancio sono stati messi 600 mila euro per i luoghi del commercio, intesi anche come le aree mercatali.
Anselmi (PD) esulta
L’aula del Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (con l’astensione di 13 consiglieri) la Proposta di legge a prima firma di Gianni Anselmi, presidente della commissione Sviluppo economico, che commenta con soddisfazione: “La Toscana è la prima regione che si propone di declinare il settore del commercio ambulante cercando di riempire il vuoto normativo generatosi dopo l’approvazione della finanziaria nazionale; con questa norma, innovativa, ci proponiamo anche di indicare la strada alle altre regioni mettendo a disposizione del tavolo nazionale i principi che noi adottiamo. L’obiettivo della legge, già oggetto di confronto con le associazioni di categoria e con i sindacati in sede di consultazioni in commissione, è quello di dare sicurezze agli operatori e garanzie ad un settore che per anni è stato sottoposto ad incertezze che ne hanno impedito sviluppo e investimenti”.
Questi i punti principali del provvedimento che introduce nuove disposizioni in materia di commercio su aree pubbliche: tacito rinnovo delle concessioni per 12 anni purché l’impresa sia iscritta al registro della Camera di Commercio e sia attiva; criteri di onorabilità e professionalità (che vengono reintrodotti nel rispetto del principio di uguaglianza e tutela del consumatore dopo esser venuti meno con le norme statali); nuovi parametri di assegnazione, con premialità per i giovani under 35; qualificazione dei mercati nei centri storici. Una norma che va a modificare il Codice del commercio adeguandolo a quanto disposto dal bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.
“Escludere le attività di commercio al dettaglio dal campo di applicazione della direttiva Bolkestein non era sufficiente, serviva indicare chiaramente come regole e requisiti dovranno essere applicate – prosegue Anselmi – e siamo convinti che adesso, grazie a questa legge, i lavoratori del commercio ambulante si possano sentire al riparo. I punti centrali della norma sono senz’altro la previsione del tacito rinnovo delle concessioni per 12 anni, per il quale la sola condizione richiesta è che l’impresa sia iscritta al registro della Camera di Commercio e sia attiva (valido anche per le attività di somministrazione e le edicole); e la revisione dei criteri di assegnazione dei posti vacanti, con la quale apriamo ai giovani dando ai Comuni la possibilità di assegnarli in via prioritaria ai titolari d’impresa con meno di 35 anni.
Il rischio, se non fossimo intervenuti in maniera celere, era quello di lasciare nel limbo del vuoto normativo nazionale gli operatori e le amministrazioni, in mancanza di requisiti certi. Delineando le nuove disposizioni abbiamo dato loro certezze e garanzie, riattivando così la possibilità di investire”.
Riguardo alla parte sanzionatoria: nella versione del ‘vecchio codice del commercio’ si prevedeva la decadenza delle concessioni anche nel caso di lievi violazioni; adesso, la concessione decade se un soggetto si cancella dal registro delle imprese o dopo 180 giorni di mancata regolarizzazione dei versamenti della COSAP. Ai Comuni si dà la possibilità di rinnovare tacitamente le concessioni dal 1 gennaio 2021 (tutte le concessioni sono prorogate fino a fine 2020) anche a soggetti che non sono più attivi (iscritti al registro delle imprese e che risultano ancora titolari di concessioni) fino alla fine del 2024, questo per consentire loro di non interrompere bruscamente un rapporto contrattuale, una sorta di moratoria per far sì che dal 2025 il mercato sia in ordine e composto solo da operatori attivi.
Il comunicato di Confesercenti
Con la legge 30 Dicembre 2018 n.145 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021” si è reso inapplicabile al commercio su aree pubbliche il principio secondo cui le concessioni di posteggio per l’esercizio dell’attività non possono essere rinnovate automaticamente, né possono essere accordati vantaggi al prestatore uscente o ad altre persone.
La Toscana, prima regione in Italia, ha approvato il “tacito rinnovo” delle concessioni su area pubblica, che entrerà in vigore a partire dal 1 gennaio 2021 con durata di dodici anni, tacitamente rinnovati. La nostra regione ha sempre rappresentato un’eccellenza ed è sempre stata all’avanguardia dal punto di vista normativo, dimostrando grande attenzione al commercio su area pubblica.
Anva Confesercenti Toscana accoglie con grande soddisfazione il provvedimento che pone fine ad un periodo di grande incertezza e estremamente problematico per il futuro e la sopravvivenza stessa della categoria.
Le imprese su area pubblica hanno il diritto di un futuro chiaro, e certezze che ne garantiscano lo sviluppo e la sopravvivenza.
Con questo provvedimento gli operatori si vedono riconosciuto il diritto al lavoro ed il valore della proprie concessioni.
Sarà garantita l’attività senza nessuna scadenza e si potranno vendere o affittare tranquillamente le concessioni con l’unico vincolo di essere impresa attiva nel commercio ambulante.
Fonte: ufficio stampa
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