“La nostra è una rete planare e complementare di cui Pistoia è centro di eccellenza principalmente negli interventi di chirurgia dell’obesità patologica, nella cura delle stenosi carotidee e in quelli epatici”. Così il direttore del dipartimento delle specialistiche chirurgiche, dottor Stefano Michelagnoli, all’indomani del delicato intervento chirurgico che si è svolto nel blocco operatorio dell’ospedale San Jacopo di Pistoia, ora diretto dalla dottoressa Lucilla Di Renzo, che ha riguardato un paziente di 72 anni di San Casciano Val di Pesa grande obeso, arrivato con stenosi carotidea sintomatica.
Il paziente era ricoverato da alcuni giorni in Stroke Unit al San Giovanni di Dio, il presidio ospedaliero fiorentino di Scandicci. Dopo le valutazioni neurologica, anestesiologica e chirurgica vascolare veniva posta indicazione all'intervento e contattato direttamente, in quanto Ospedale organizzato per la Chirurgia Bariatrica (diretta dal dottor Giuseppe Iannuzzi), il collega di riferimento il dottor Pierfrancesco Frosini direttore della Chirurgia Vascolare pistoiese.
Una volta trasferito a Pistoia, presso il setting Chirurgico B, quello che abitualmente ospita i pazienti obesi, il paziente ha completato gli accertamenti pre-operatori ed è stato preso in cura dai medici della Chirurgia Vascolare insieme agli Anestesisti (diretti dal dottor Leandro Barontini) e rivalutato dal Neurologo (la struttura è diretta dal dottor Gino Volpi), seguendo un percorso analogo ai pazienti della Chirurgia Bariatrica.
All'intervento ha partecipato, insieme ai chirurghi pistoiesi, anche il dottor Michelagnoli, il quale con il dottor Frosini ha coordinato tutti i passaggi del percorso chirurgico. Fondamentale in sala operatoria il contributo dell’èquipe infermieristica coordinata da Tania Fioravanti.
L’intervento chirurgico di endoarteriectomia carotidea è consistito nella rimozione della placca che restringeva la carotide determinando una riduzione dell’afflusso del sangue al cervello provocando già una ischemia cerebrale e quindi esponendo il paziente a rischio di vita già compromesso nel suo stato di salute dal peso eccessivo.
Il paziente dopo l'intervento ha sostato, in Recovery Room, nella stanza del “risveglio”, sempre all’interno del blocco operatorio, sotto monitoraggio intensivo per alcune ore e, come tutti i pazienti sottoposti ad endoarterectomia carotidea ha poi proseguito il ricovero e il monitoraggio per 24 ore in Terapia Intensiva (HDU) per le peculiarità della sua situazione clinica.
Dopo 24 ore di monitoraggio il paziente è rientrato in Reparto (Chirurgia Setting B) di cui è coordinatrice infermieristica Cristina Salvadori da dove è stato dimesso in seconda giornata post-operatoria in buone condizioni generali e locali con adeguata riconciliazione terapeutica e appuntamento per il controllo clinico e strumentale a un mese al San Giovanni di Dio.
Essendosi trattato di un caso particolare di "centralizzazione" (o decentralizzazione se vogliamo) verso un Ospedale periferico per le caratteristiche del paziente inserito in uno specifico percorso, il dottor Frosini ha ringraziato tutti i colleghi che hanno partecipato al processo di cura che ha permesso di risolvere con professionalità un problema serio di una tipologia particolare e complessa di paziente creando un utile precedente "organizzativo" e "multidisciplinare" coinvolgente più Ospedali e più Dipartimenti.
Fonte: Ufficio stampa
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