I vigili del fuoco erano intervenuti per una fuga di gas, ma la realtà dei fatti è risultata ben diversa: circa 7500 litri (30 fusti metallici da 250 litri ciascuno) di sostanze maleodoranti di cui non si conoscono natura e pericolosità. Il fatto è avvenuto a Ponte a Egola lo scorso 22 marzo ed è stato al centro di una ordinanza da parte del comune di San Miniato.
Quella sera i cittadini a ridosso della zona industriale avvertirono un forte odore di sostanza tipo metano e vennero avvisati i vigili del fuoco e Arpat. Solo più tardi si è scoperto, grazie all'intervento di Comune e autorità giudiziarie, che nel capannone incriminato erano presenti non meglio precisata sostanze tossiche. Da qui è nato il sequestro del capannone di via Mendes. Oltre a ciò, il proprietario (un 61enne di Ponte a Egola) dovrà intervenire con una serie di operazioni per la messa in sicurezza e lo smaltimento.
Il sindaco Vittorio Gabbanini ha reputato la situazione potenzialmente pericolosa per l'incolumità dei cittadini e ha agito per evitare che le sostanze potessero contaminare la zona. Gabbanini ha voluto vederci chiaro: dopo aver trasmesso gli atti ai carabinieri, il Comune ha chiesto e ottenuto di poter fare un sopralluogo tramite i militari sanminiatesi. È possibile che gli atti siano un punto di partenza per un'inchiesta dell'autorità giudiziaria, qualora fossero ravvisati reati ambientali.
La proprietà del capannone ha a disposizione 10 giorni di tempo dal giorno dell'ordinanza (28 marzo) per dire quale sostanza è quella rinvenuta in via Mendes. Inoltre dovrà operare per la rimozione e lo smaltimento in termini di legge, salvo poi presentare a Comune e Arpat una relazione conclusiva dei lavori.
Sul tema è intervenuta anche l'Unione Inquilini del Valdarno Inferiore : "Se la suddetta maleodoranza non fosse stata interpretata in maniera scorretta, chiamando i vigili del fuoco per un'ipotetica fuga di gas, forse i fusti non sarebbero mai stati scoperti. I controlli ambientali sono di competenza di Arpat che risponde prontamente ad un numero di
telefono solo in un orario limitato, cioè dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dal lunedì al giovedì anche dalle 14 alle 18.
Di conseguenza, dal giovedì alle ore 18 a lunedì mattina non sono ammesse segnalazioni dirette ed una eventuale segnalazione è molto più difficile, poiché un cittadino è costretto a rivolgersi alle forze dell'Ordine oppure dovrebbero essere gli stessi enti pubblici a rivolgersi all'Arpat.
[...] Dobbiamo essere contenti che i cittadini abbiamo percepito erroneamente una fuga di gas, perché ipoteticamente possiamo anche immaginare che nessuna autorità sarebbe potuta intervenire prontamente e i 30 fusti incriminati sarebbero potuti essere spostati entro il lunedi mattina, prima di qualsiasi rilievi o sopralluogo.
Di conseguenza, continuiamo ad insistere sul fatto che è necessario che i Comuni del Comprensorio del Cuoio sottoscrivano un accordo con Arpat per permettere la reperibilità telefonica dei funzionari dell'ente al di fuori del suddetto orario per ottenere un intervento immediato".
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