Domesticalchimia, i sogni di 5 scandiccesi diventano uno spettacolo

Da venerdì 5 a domenica 7 aprile 2019 al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci (via Donizetti 58, spettacoli alle 21 venerdì e sabato, alle 16,45 domenica), Domesticalchimia presenta “La banca dei sogni – La vita onirica è uguale per tutti?” diretto da Francesca Merli, con Federica Furlani, Davide Pachera, Laura Serena e cinque sognatori (Francesca Gennuso, Roberto Moretti, Fiammetta Paoli, Filippo Racca, Angelo Valenzano), scelti tra più di 200 intervistati su tutto il territorio di Scandicci. La banca dei sogni è l’esito del laboratorio tenuto dalla compagnia per StudioTeatro, il programma di residenze artistiche pensato dalla Fondazione Teatro della Toscana per il Tetro Studio, che rafforza così la sua identità, qualificandosi quale “Casa degli artisti”, luogo di sperimentazione nel senso più alto del termine, e “Teatro per la città”, terreno d’incontro e confronto tra cittadini e artisti. Sound designer Federica Furlani, reportage a cura di Isabella De Silvestro. Una produzione Domesticalchimia, con il sostegno di Benheart Italia s.r.l. Durata: 70’ circa, atto unico. Posto unico: 5 euro.

“Abbiamo lavorato a stretto contatto con gli scandiccesi – afferma Francesca Merli – bussando alle loro porte per domandare dei loro sogni. Siamo partiti dal libro La banca dei sogni di Jean e Françoise Duvignaud e Jean-Pierre Corbeau, che hanno intrapreso negli anni ’80 una lunga indagine su questa tema in Francia. Il risultato in scena è un percorso nell’attività onirica dal bambino fino all’anziano, per comprendere, con cinque sognatori direttamente coinvolti sul palcoscenico, quali sono i tarli del nostro tempo”.

Capire, attraverso i sogni, quali sono le fantasie, le ansie e le paure del nostro tempo. La banca dei sogni – La vita onirica è uguale per tutti?, diretto da Francesca Merli al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ da venerdì 5 a domenica 7 aprile, è l’esito del laboratorio tenuto di Domesticalchimia per il programma di residenze artistiche StudioTeatro pensato della Fondazione Teatro della Toscana, che indaga i sogni come un tramite per comprendere la realtà che ci circonda e il nostro stare al mondo. In scena ci sono Federica Furlani, Davide Pachera, Laura Serena e cinque sognatori, Francesca Gennuso, Roberto Moretti, Fiammetta Paoli, Filippo Racca, Angelo Valenzano, scelti tra più di 200 intervistati su tutto il territorio di Scandicci. Sound designer Federica Furlani, reportage a cura di Isabella De Silvestro. Una produzione Domesticalchimia, con il sostegno di Benheart Italia s.r.l.

“Il nostro progetto – spiega Merli – nasce da diverse necessità. Una è personale: comprendere il mio rapporto con il sonno e l’insonnia, ho una sorta di fascinazione per l’argomento. Un’altra ragione è la forza che risiede nel racconto dei sogni. Una forza che sembra essere stata dimenticata: ormai dormire pare sia quasi la digestione tranquilla della nostra quotidianità. Il risparmio di tempo che dedichiamo ad altro, e non al sonno, ha contribuito a farci dimenticare cosa sogniamo o a non darvi troppo importanza. Con La banca dei sogni vogliamo, invece, ridare valore a questo aspetto fondamentale della nostra esistenza”.Non si tratta solo di teatro d’inchiesta, dove i sognatori sono chiamati sul palcoscenico a parlare della loro storia, quanto piuttosto di un evento che combina realtà e finzione.

L’obiettivo di Domesticalchimia, infatti, è presentare il percorso dell’attività onirica dal bambino fino all’anziano, lasciando che l’indagine si sviluppi sul piano della realtà e della finzione, o meglio sulla realtà del sogno. La compagnia è in residenza artistica al Teatro Studio dal 22 marzo scorso, impegnata nelle indagini/interviste e nella composizione drammaturgica.

“L’ispirazione è il libro La banca dei sogni di Jean e Françoise Duvignaud e Jean-Pierre Corbeau – racconta Merli – hanno fatto una lunga indagine negli anni ’80 sull’attività onirica in Francia. Ci ha commosso il fatto che questa indagine fosse nata da una perdita improvvisa, il lutto del primo figlio dei Duvignaud. In un momento in cui i loro sogni e incubi erano così ingombranti, hanno deciso di capire come e cosa sognano le persone, per rielaborare il loro lutto”.Tra i sognatori in scena a Scandicci, Filippo Racca è il più giovane di tutti. Ha 10 anni. Per lui “i sogni sono una rappresentazione di una persona. La puoi capire a prima vista, ma se gli chiedi come sogna puoi capirne il carattere, com’è quella persona. Gli incubi, invece, sono quando, forse, non ci sentiamo apprezzati. Ci fanno stare un po’ male, ma secondo me ci devono essere pure gli incubi nella vita”.

Angelo Valenzano è il sognatore tra l’adolescenza e l’età adulta. Alle etichette, però, non ci bada: “Non c’è adolescente, bambino o adulto, esistono solo le persone. Non mi sento appartenente alla mia età. La gente non sa cosa vuole, non ha capito che Dio è il popolo e che ognuno è il Dio di se stesso”.

Roberto Moretti è il sognatore anziano. A suo avviso “la vita è un passaggio e ognuno ricorda i tempi passati. A volte mi libero da questa cosa qui, durante la notte. Alcune volte sogno ancora i miei genitori, che mi rimproverano se faccio qualche bischerata! Magari penso che non sarebbero stati d’accordo con alcune mie scelte e allora sogno che mi rimproverano come quando ero piccino. I pensieri che abbiamo delle volte si sognano la notte”.

I sogni ricorrenti nei bambini, negli adolescenti, negli adulti e negli anziani, almeno quelli di Scandicci, sono tutti dentroLa banca dei sogni.

“Nei bambini abbiamo trovato la presenza maggiore di incubi, oltre alla fantasia – spiega Francesca Merli – gli adolescenti sentono come ossessive la scuola, la routine, le sognano con molto frequenza, al pari della morte dei genitori. Negli anziani il tema della guerra emerge fortemente, insieme ai ricordi d’infanzia: si tira le fila di ciò che è stata la propria esistenza. Gli adulti – conclude – hanno paura di questo tempo, si sentono in colpa di dormire, e questo è il centro del nostro lavoro”.

Fonte: Comune di Scandicci - Ufficio stampa

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