Sprar Pisa, Cittàperta: "Comune lo cancella, è scelta razzista"

Il Comune di Pisa ha deciso di uscire dallo SPRAR, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati creato dalla Legge Bossi Fini e attivo a Pisa dal 2002.
L’adesione al progetto, finanziato dal Fondo Nazionale per le Politiche dell’Asilo, è su base volontaria quindi il Comune di Pisa ha preso la decisione di uscire dal Sistema come espressione della cultura xenofoba e razzista dilagante che l’attuale Giunta comunale ben rappresenta.
Il comunicato della Giunta non solo rappresenta il “vuoto assoluto” dal punto di vista delle motivazioni ma è invece pieno di menzogne strumentali che vanno denunciate: non si capisce infatti cosa possa entrare il bonus bebè con finanziamenti specificamente dedicati allo SPRAR. È bene che si sappia che queste risorse non solo spariranno - dato che non possono nel  modo più assoluto  essere destinate ad altro - ma questa iniziativa ideologica oltre ad incrementare i fattori di esclusione e tensione sociale sul territorio, lascerà a casa senza lavoro una 10 di lavoratrici e lavoratori che hanno avuto come unica colpa quella di dare vita, su spinta - tra l’altro - di un governo di destra, ad un progetto modello di integrazione che ha funzionato con l’ausilio di istituzioni locali, forze dell’ordine, semplici cittadini. Stiamo  parlando di un numero irrisorio di stranieri, non la bufala dell’invasione, per un progetto che in quasi venti anni ha prodotto integrazione, convivenza, inserimenti lavorativi ufficiali di giovani stranieri e apprezzamenti dalla cittadinanza.
Abbiano il coraggio di chiamare le cose con il loro nome: l’uscita dallo SPRAR è l’ennesima azione razzista per avere sotto gli occhi meno persone straniere possibile. Persone che non spariranno ma continueranno a stare sul territorio senza nessun tipo di accompagnamento, cosa che ha fatto lo SPRAR negli anni, che possa garantirli tutele giuridiche e sociali riconosciute tra l’altro dal diritto internazionale.

Fonte: Cittàperta

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