Archeodromo ancora più grande, arriva la longhouse e il granaio

Un villaggio carolingio sempre più grande, un progetto innovativo che continua a crescere. Si è svolta oggi, 30 marzo, l’inaugurazione della nuova struttura all’Archeodromo di Poggio Imperiale, la prima delle due ricostruzioni realizzate nell’ambito del quarto lotto di lavori sostenuti dalla Regione Toscana. “Un ulteriore implementazione di questo progetto – dice il Sindaco David Bussagli – che è iniziato ‘solo’ nel 2014 e che grazie all’interesse che ha suscitato è riuscito a generare sinergie e collaborazioni. In questo caso un grazie alla Regione Toscana per il sostegno e come consueto un ringraziamento a Marco Valenti e a tutta la sua squadra che ha messo professionalità ed entusiasmo a servizio di un progetto di archeologia pubblica che è diventato fulcro del Parco della Fortezza Medicea. Un risultato raggiunto grazie ad una progettualità di lungo respiro, finalizzata alla crescita culturale di una comunità che investe su se stessa, sulla propria storia e sulla propria identità per farne leve di sviluppo”.

L'Archeodromo, primo museo open air italiano dedicato all’altomedioevo, è la ricostruzione in scala reale del villaggio del IX-X secolo scavato all'interno della Fortezza dagli archeologi dell’Università di Siena. Un progetto nato con risorse Arcus su volontà della Fondazione Musei Senesi e del Comune con il supporto scientifico dell’Università di Siena. Nell’ottobre 2014 è stata aperta la prima porzione del villaggio a cui hanno fatto seguito altre fasi di lavoro.

A partire dal gennaio di quest’anno hanno preso il via le operazioni del quarto lotto. I lavori generali, svolti dagli archeologi coordinati dal professor Marco Valenti dell’Università di Siena, direttore scientifico del Parco della Fortezza Medicea di Poggio Imperiale, e sul campo da Floriano Cavanna, sono stati articolati in due tranche esecutive. La prima tranche ha riguardato l’edificazione del granaio. “Con questo lotto di lavori ci avviciniamo al completamento della metà del progetto, articolato in maniera coerente ai dati archeologici prodotti – spiega Valenti – L’archaeological open air museum di Poggibonsi costituisce oggi un’impresa sempre più nota a livello nazionale e internazionale. Sono continue le richieste di presentazione in sedi prestigiose ed è costantemente in crescita il numero di studenti e studentesse che da tutta Italia prenotano qui le loro gite scolastiche. Un numero che in questo 2019 supera già le seimila unità. Un percorso che prosegue facendo dell’archeologia uno strumento di formazione, di didattica, anche di promozione turistica”.

La nuova struttura aperta è il magazzino-granaio, di forma rettangolare e posto dietro la grande capanna padronale, con misure pari a 8 x 5 metri leggermente ridotte a confronto dell’originale dato di scavo. Si tratta di un edificio spettacolare, con la forma di un'abitazione ma costruito come una sorta di palafitta su grandi pali portanti; il pavimento fatto di assi di legno è sopraelevato dal terreno (per proteggere le scorte di cereali dall'umidità) e si accede attraverso una scaletta in legno. L'allestimento interno è quello di un granaio e dunque grandi sacchi, contenitori, attrezzi per la lavorazione delle granaglie e un grande cassone centrale. I lavori, oltre a una notevole quantità di materiale hanno richiesto l’esecuzione di opere sofisticate di carpenteria, la realizzazione di elevati a graticcio coperti di terra e poi intonacati.

La seconda tranche di lavori, per ricostruire una capanna abitativa, avrà inizio a metà giugno, al termine delle gite scolastiche.

Fonte: Comune di Poggibonsi - Ufficio stampa

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