Nei giorni scorsi il Comune di Pisa ha approvato una mozione urgente a sostegno della famiglia tradizione e del Congresso mondiale delle famiglie (World Congress of Families, WCF) che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo.
Per il Comitato promotore del Toscana Pride - la manifestazione per i diritti delle persone LGBTQI+ in programma il 6 luglio proprio a Pisa - si tratta di una scelta gravissima che conferma la volontà dell’Amministrazione pisana di attestarsi su posizioni reazionarie e oscurantiste contrarie alla promozione e tutela dei delle persone LGBTQI+ e delle donne.
“Quanto è stato approvato in sede di consiglio comunale – ha dichiarato Junio Aglioti Colombini portavoce del Toscana Pride – è un atto estremamente grave perché contribuisce alla legittimazione istituzionale di posizioni ideologiche che puntano a limitare le libertà e i diritti delle persone. Nella mozione si fa esplicito richiamo alla famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna come “l’unica istituzione naturale” che ha dignità di esistere, una posizione che non solo utilizza in maniera strumentale la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, omettendone fondamentali articoli quali l’articolo 2, ma che porta avanti l’operazione politica di negazione e cancellazione di tutti i nostri nuclei familiari non eteronormati. Denunciamo inoltre con grande preoccupazione” – prosegue – “il riferimento all’enciclica Lumen Fidei di Papa Francesco che afferma che “l’unica unione stabile è quella tra l’uomo e la donna”, un riferimento in aperto contrasto con il principio costituzionale di laicità del nostro stato e delle istituzioni chiamate a rappresentarci. Crediamo in istituzioni laiche, democratiche, rappresentative di tutte e di tutti i cittadini e che non interferiscano sulle scelte familiari, affettive e personali degli individui controllandone i corpi e normandone le relazioni. A Pisa, come a Verona, si sta operando all’interno delle istituzioni una saldatura tra movimenti reazionari e oltranzisti e movimenti per la vita negando l’autodeterminazione delle persone LGBTQI+, delle donne e di tutte quelle soggettività che negano un regime esteronormato e patriarcale. Non possiamo accettare che il progresso dei diritti civili, su cui siamo ancora indietro, venga ostacolato o che istituti faticosamente conquistati, come l’interruzione volontaria di gravidanza, siano messi sotto accusa da una visione reazionaria che ci riporta indietro”.
"Nelle ultime settimane una grande mobilitazione promossa da Non una di meno e da tante altre associazioni impegnate nella promozione e difesa dei diritti civili e sociali, ha messo in luce la pericolosità di questo evento che chiama raccolta i principali fautori della cultura dell’odio, i promotori di una visione razzista, sessista e eteropatriarcale della società e tutte le associazioni che hanno fatto della lotta ai diritti delle donne e delle persone LGBTQI+ la loro ragione di esistenza. Il Comitato Toscana Pride con le sue 13 associazioni aderenti, parteciperà alla tre giorni transfemminista contro il World Congress of Families, WCF e invita tutte le altre associazioni della città a fare lo stesso".
Fonte: Toscana Pride - Ufficio stampa
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