La fucilazione di Remo Bertoncini e Alberto Dani, renitenti alla leva della Repubblica Sociale Italiana, fu opera tutta fascista: un fascismo “Repubblichino”. Nazi-fascismo, suona bene, riempie la bocca. Nel caso di Agostino Dani di Santa Croce e di Remo Bertoncini è decisamente stonato. I due giovani furono processati come renitenti alla leva da un tribunale della Repubblica di Salò quindi tutta farina italiana. Pessima farina italiana. Per quanto riguarda il Dani va detto che, secondo una memoria familiare del fratello Agostino: “ il giovane era stato combattente, poco dopo l’8 settembre del 1943, in un reparto del Regio Esercito Italiano e in uno scontro sull’Appennino con una pattuglia tedesca rimase ferito ad una mano. Dopo il dissolvimento dell’esercito italiano, rientrò a Santa Croce sull’Arno e insieme ad altri giovani organizzati da Fernando Pistolesi (detto Nando), si prodigò nell’aiuto di alcuni ufficiali greci fuggiti dal campo di prigionia di San Romano. I militari greci, con grave rischio, venivano ospitati a turno da varie famiglie del paese contrarie all’occupazione tedesca. Gli ufficiali ospitati in casa Dani si chiamavano Costantino Copelaris e Demetrio Mitropulos.”
Alberto Dani rifiutò di aderire alla chiamata alle armi della Repubblica Sociale Italiana e si rifugiò con altri renitenti, in un podere a Montalto presso Stibbio. In seguito a una delazione, alcun e voci parlano di una non ben definita vendetta, fu catturato dai militi della Guardia Nazionale Repubblicana insieme al coetaneo Remo Bertoncini di Castelfranco di Sotto. I due furono condannati a morte dal Tribunale Militare Straordinario presieduto dal generale collaborazionista Enrico Adami Rossi e la sentenza fu eseguita a Pisa nel Campo Sportivo dell’Abetone. Il plotone di esecuzione, sparò in aria e a terra. Allora Alberto Dani e Remo Bertoncini furono uccisi a colpi di pistola dal tenente che comandava il plotone (fonte: I giorni della liberazione di Biscarini e Barontini) .
Da questi dati mi pare ovvio che la drammatica vicenda della fucilazione di questi come di altri giovani, fu opera esclusiva dei Repubblicani di Salò, i cosiddetti “Repubblichini” e dei loro tribunali militari.
Valerio Vallini
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